Il famigerato ponte di Diocleziano, anche detto dei suicidi, a Lanciano, la cittadina nella Valle del Sangro in provincia di Chieti, ha visto un nuovo tentativo di farla finita da parte di uomo di 61 anni salvato davvero all’ultimo istante
Un altro tentativo di suicidio dal Ponte di Diocleziano è stato sventato ieri dai carabinieri di Lanciano. Un uomo, intorno all’ora di pranzo, era già sul parapetto del cosiddetto corridoio dei 33 passi, nel punto centrale e più alto del ponte, 35 metri sul sottostante e omonimo parco, quando la pattuglia degli uomini dell’Arma è riuscita a intervenire sventando il tentativo dell’uomo.

L’Italia si conferma un Paese particolarmente difficile per gli anziani, non solo a causa delle patologie fisiche, ma soprattutto per il peso della solitudine. Un fenomeno che comporta gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica. Solitudine e quella dannata discriminazione basata sull’età innescano un processo che porta alla depressione. I suicidi degli anziani sono infatti il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale.
La decisione era stata presa
Un fenomeno che riguarda sempre più gli anziani in Italia. Una sorte di discriminazione basata sull’età, una solitudine latente e strisciante, soprattutto quando si è rimasti soli per la morte della compagna di una vita, che a volte porta a decisioni estreme che possono arrivare fino al suicidio. Un dramma nel dramma che coinvolge un anziano su tre in Italia, che sente di essere rimasto solo e si sente inutile, arrivando addirittura a pensare di farla finita.

Un meccanismo mentale perverso che ha portato purtroppo anche nella giornata di ieri un uomo di 61 anni, residente a Lanciano, in provincia di Chieti, ad arrampicarsi sul parapetto del ponte di Diocleziano, tristemente noto per aver visto nel passato altri gesti estremi, con l’idea di farla finita con questa vita dopo essersi separato, con conseguenti problemi familiari, e per questo soffrire di una solitudine devastante. Non può essere un rimedio il suicidio, mai, neanche nelle situazioni che sembrano non avere una via d’uscita, ieri gli angeli custodi di questo uomo sono stati due carabinieri che passavano nella zona e immediatamente hanno capito cosa stava per accadere.
Dei veri e propri angeli custodi
Quell’atteggiamento e lo sguardo perso nel vuoto erano segnali inequivocabili. I due uomini dell’Arma lentamente si sono avvicinati con cautela all’uomo e con freddezza e umanità sono riusciti a distrarlo con il dialogo, cercando di farlo parlare, di rassicurarlo che tutto comunque nella vita si può risolvere per tornare così a vedere un futuro meno nero davanti. Poi, all’improvviso, sono riusciti a cogliere l’stante decisivo, ad afferrarlo e riportarlo al sicuro all’interno del famigerato corridoio dei 33 passi del ponte che scorre ai lati della carreggiata stradale.

Nel frattempo, allertati da alcuni passanti che stavano assistendo alla scena, sul posto sono intervenuti anche i sanitari del 118, che hanno prestato le prime cure all’uomo, e i vigili urbani che avevano provveduto a deviare il traffico per permettere di risolvere la delicata situazione. L’episodio sottolinea l’importanza dell’intervento rapido e sensibile delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari in situazioni di emergenza simili, evidenziando altresì la necessità di una maggiore attenzione e sensibilizzazione nei confronti delle problematiche legate alla salute mentale.





