Chieti. In provincia di Chieti si sono organizzati dei tavoli tra Ufficio scolastico regionale, Ambito territoriale, Sindaci, Provincia e Regione, per rivedere il dimensionamento scolastico. Se ne è tenuto uno il 16 novembre, ce ne sarà un altro il 23 novembre. L’intento è quello di procedere ancora a ridurre il numero di istituzioni scolastiche. All’ordine del giorno è l’accorpamento di alcune scuole superiori di Chieti: l’IPSIA “Pomilio” con il “Galiani-De Sterlich“, ex Ragioneria e Geometri. E anche quello di costituire un altro Istituto Omnicomprensivo a Casoli.
“Il sistema utilizzato per discutere di questi argomenti – si legge in una nota di Flc Cgil – è sostanzialmente ragionieristico. Per quest’anno scolastico ci sono 48.827 studenti in provincia di Chieti, dunque si divide per 900 alunni (il numero medio previsto dalle norme sul dimensionamento del 2009) e si ha diritto a 54 istituzioni scolastiche. Siccome ci sono 58 scuole con l’autonomia, occorre ridurre il numero.
Nessun discorso viene fatto sulla programmazione dell’offerta formativa territoriale, sui doppioni da evitare, sul rapporto tra edilizia scolastica a norma e punti di erogazione del servizio scolastico, sulla salvaguardia delle aree interne e sulle richieste da portare ai decisori politici per modificare regole rigide che hanno determinato accorpamenti senza una progettazione capace di garantire il diritto all’istruzione agli studenti e alle studentesse in tutti i territori della provincia.
Tra l’altro, non si tiene nemmeno conto del dibattito nazionale sul tema. La legge di Bilancio del 2021 ha previsto che per il 2021/2022 il numero minimo di 600 studenti, 400 nelle piccole isole e nei comuni montani, che le scuole devono raggiungere per avere un proprio dirigente scolastico e un DSGA, è stato ridotto rispettivamente a 500 e 300 studenti. Ora le Amministrazioni pubbliche si preparano a modificare tale indicazione che, invece, dovrebbe essere strutturale.
In provincia di Chieti basterebbe ridurre il numero medio a 800 alunni e si avrebbero più di 60 istituzioni scolastiche.
Questo in coerenza con il PNRR che indica delle priorità e mette delle risorse per affrontare anche il tema dell’organizzazione scolastica. Esso prevede 33,8 miliardi di € per investimenti nella missione 4, quello su Istruzione e ricerca. Nella voce: Miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione, al punto 3.1, Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, si prevede un intervento sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sul dimensionamento della rete scolastica (da rivedere in maniera meno restrittiva), sul superamento dell’identità tra classe demografica e aula, anche al fine di rivedere il modello di scuola.
Dunque, finalmente si comincia a discutere a livello nazionale di studiare il modello organizzativo delle scuole, a partire dalle regole per il dimensionamento scolastico. Ci sono anche risorse a disposizione per tali operazioni, invece si fanno proposte che vanno in controtendenza. Il notevole calo degli alunni iscritti (990 in meno rispetto allo scorso anno scolastico) potrebbe aiutare ad affrontare in maniera adeguata questo spinoso argomento.
In provincia di Chieti si vorrebbe proseguire con la logica dei tagli e delle riduzioni. Mentre occorrerebbe una seria programmazione territoriale dell’offerta formativa e chiedere maggiori risorse per garantire la presenza della scuola in tutte le aree della provincia, anche nei territori più disagiati. Si continuano ad applicare norme del 2009 (la stagione che ha tolto con Gelmini, Tremonti 8 miliardi di € alla scuola) e non si affrontano in maniera diversa i nodi strutturali dei deficit del nostro sistema formativo scolastico.
Occorre investire nella scuola e non continuare a impoverirla. La pandemia lo sta evidenziando in maniera drammatica. Non c’è bisogno di un nuovo dimensionamento scolastico che riduce ancora i numeri delle istituzioni; occorre investire in organici aggiuntivi, in maggiore tempo scuola, in riduzione del numero di alunni per classe, in edilizia scolastica adeguata, in servizi funzionali (quali mensa e trasporti, assistenza disabili, ecc.), avendo chiaro una progettazione dell’offerta formativa territoriale, Bisogna evitare accorpamenti di scuole tanto per fare un numero di alunni per istituzione scolastica. Tra l’altro si tratta di regole che, lo abbiamo visto, a breve saranno riviste con l’attuazione del PNRR.
Invitiamo le istituzioni coinvolte a fermarsi e ad utilizzare questo tempo per progettare una scuola pubblica di qualità e a non procedere con misure avventate, spiegabili più per dar seguito a esigenze di singoli piuttosto che per affrontare i nodi strutturali del sistema formativo provinciale”.