“È prioritario il ripristino dei luoghi modificati con un riporto di terra. L’area è divenuta inedificabile con le modifiche al PSDA. Non si possono ignorare i cambiamenti climatici”
Chieti. Si torna a parlare in questi giorni del progetto noto come Megalò 3 (ditta AKKA srl) a dispetto di una vicenda amministrativa e giudiziaria che ha portato ripetutamente alla bocciatura di tale progetto, nonostante sia ormai venuto meno ogni pubblico interesse e a dispetto dei cambiamenti climatici che stanno dimostrando proprio in questi giorni in Europa e in Nord Italia come sia sbagliato costruire in zone a rischio.
L’area in questione, come è noto, ha subito anni fa pesanti trasformazioni a causa di un massiccio riporto di terra: la ditta AKKA deve per questo provvedere al ripristino dei luoghi, senza il quale l’area risulta inibita a qualsiasi attività di trasformazione e/o edificatoria. A oggi non risulta che i lavori siano stati eseguiti e senza tale ripristino ogni eventuale convenzione urbanistica sarebbe palesemente illegittima.
Ma ci sono molte altre ragioni che rendono impossibile, nel rispetto della normativa in vigore, stipulare una convenzione urbanistica. E precisamente: 1) la Regione Abruzzo ha nel 2019 e nel 2021 modificato due volte il P.S.D.A. (Piano Stralcio Difesa Alluvioni), Tali modifiche hanno esteso notevolmente le aree con pericolosità P4 (quella massima) che, anche se il Comune non ha sinora operato le necessarie sovrapposizioni cartografiche, interessano anche l’area in questione che diviene per questo inedificabile. 2) I provvedimenti ambientali resi nell’ambito del procedimento urbanistico in questione e precisamente la V.A.S., il parere paesaggistico, il parere V.I.A. vanno sottoposti a riesame il che impedisce, con ciò solo, la stipula di una convenzione urbanistica attuativa. 4) Gli aspetti di rilevanza ambientale costituiscono gravi fatti sopravvenuti che rendono l’intervento carente di interesse pubblico sia per ragioni socioeconomiche sia per la tutela di rilevanti interessi ambientali che riguardano l’area.
WWF, Confcommercio, Confesercenti e CNA con la presente diffida invitano l’amministrazione municipale di Chieti e in particolare l’assessore all’urbanistica a emettere un atto di indirizzo politico che inibisca la firma del dirigente di qualsiasi convenzione urbanistica relativa al progetto AKKA e eventuali altri della medesima area.
Il potere di determinare il futuro della città con scelte urbanistiche congrue è infatti in capo alla Giunta e al Consiglio comunale, liberamente scelti attraverso il voto dai cittadini e non certo a funzionari che devono adeguarsi alle scelte politiche di chi governa la cosa pubblica.