Chieti, l’Università ‘d’Annunzio’ partecipa al Festival dello Sviluppo Sostenibile

Chieti. L’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara partecipa con una interessante iniziativa al “Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020”. Si tratta di una serie di eventi dal titolo “Coste fragili”, progettati dal professor Matteo di Venosa del Dipartimento di Architettura della “d’Annunzio” nell’ambito delle attività della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) coordinate per la “d’Annunzio” dalla Delegata del Rettore, la professoressa Michelina Venditti.

Partner dell’iniziativa è l’Osservatorio dei Paesaggi Costieri Italiani di “Legambiente” diretto da Michele Manigrasso. Il programma prevede l’organizzazione di tre eventi coordinati: un seminario di studi che si terrà l’8 ottobre prossimo, un Workshop di progettazione fissato per il 5 e 6 novembre e una Mostra permanente che verrà inaugurata sempre il 5 novembre prossimo. Il “Festival dello Sviluppo Sostenibile” è la più grande iniziativa italiana volta sia a sensibilizzare e mobilitare cittadini, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, sia a promuovere un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 dell’Onu e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. L’edizione 2020 del Festival si tiene dal 22 settembre all’8 ottobre in tutta Italia e in rete. “Coste fragili”, il contributo messo in campo dalla “d’Annunzio” affronterà il tema della vulnerabilità e della esposizione al rischio dei territori litoranei italiani.

<Nel nostro Paese – spiega il professor Matteo di Venosa – oltre il 50% della popolazione nazionale vive in prossimità delle coste. Numerose indagini e ricerche scientifiche hanno rilevato gli effetti negativi che la pressione antropica produce sugli equilibri ambientali costieri e sulla qualità dei servizi eco-sistemici necessari alla vita degli organismi, compresa quella degli uomini. I cambiamenti climatici hanno accentuato le dinamiche di innalzamento delle maree, di ingressione marina, di subsidenza ed erosione, d’inquinamento dell’aria e dell’acqua. La recente crisi sanitaria – aggiunge il professor di Venosa – ha innescato ulteriori processi di indebolimento e degrado delle reti economiche e sociali che influiscono sulla sostenibilità dello sviluppo dei territori costieri. Il governo di tali complesse dinamiche territoriali richiede di essere affrontato attraverso un approccio olistico e strategico che orienti azioni di mitigazione e adattamento di tipo ecologico, economico, sociale ed istituzionale. Nonostante i riferimenti e gli esempi consolidati in campo europeo e internazionale (Sendai Framework 2015, Agenda ONU 2030 Obiettivo 14, Convenzione di Barcellona 2004), ciò che manca nel nostro paese – conclude il professor di Venosa – è un efficace quadro di coordinamento delle pratiche correnti che appaiono ancora ispirate da approcci settoriali, frammentari ed emergenziali>.

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