Scoperto un vasto traffico di cocaina e hascish tra Chieti, Penne e Montesilvano in cui era coinvolto anche un ragazzino di soltanto 11 anni come baby pusher
Lo sviluppo delle indagini da parte degli inquirenti della città abruzzese hanno portato all’arresto di quattro persone nell’ambito della detenzione e dello spaccio di droga. Ma la cosa che ha sorpreso di più è stato il coinvolgimento di un minorenne, figlio di uno degli arrestati, che veniva utilizzato come pusher e corriere della droga in strada, con servizio di consegna anche a domicilio.

L’ultima campagna di prevenzione e sensibilizzazione sul consumo di droga in Abruzzo ha confermato tutta la drammaticità del fenomeno. L’abuso cronico di sostanze stupefacenti in Abruzzo, secondo quanto si apprende, ha una dimensione di 15.200 casi. Il fenomeno della dipendenza sembra essere prevalente nel sesso femminile con il 54% dei casi, mentre purtroppo la distribuzione per fasce di età vede un maggior numero di casi nella fascia 0-18 anni.
Operazione antidroga
Al termine di una serie di indagini durate alcune settimane, sono scattati alcuni provvedimenti che hanno condotto in carcere quattro persone residenti a Chieti e in alcune cittadine dei dintorni. Il provvedimento rappresenta infatti la conclusione di un’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Chieti e avviata dalla Squadra Mobile nell’autunno 2024 che ha permesso di svelare e scardinare una fitta rete di spaccio di droga.

Un vasto giro di cocaina e hascish che si svolgeva al centro della città abruzzese, nella zona di Chieti scalo e che vedeva coinvolti alcuni esercizi commerciali in attività nelle via adiacenti. Un andirivieni di sostanze stupefacenti tra il capoluogo teatino, Penne e Montesilvano. Il sostituto procuratore Giuseppe Falasca ha chiesto l’arresto per un uomo di 34 anni e i domiciliari per altre persone.
A 11 anni già baby pusher
Le indagini hanno permesso anche di scoprire come l’uomo di 34 anni, che ha ricevuto un mandato di arresto, aveva coinvolto il figlio di 11 anni nell’attività di spaccio. Il bambino infatti custodiva direttamente nello zainetto che utilizzava per andare anche a scuola le confezioni di droga che poi provvedeva a consegnare personalmente incontrando i clienti.

Questa l’aggravante ha portato il padre del minorenne direttamente in carcere, mentre le altre tre persone coinvolte nell’inchiesta, un 36enne di Chieti, un 22enne di Penne e un 44enne di Montesilvano, sono state raggiunte “soltanto” da un provvedimento che li obbliga agli arresti domiciliari. Per loro è scattato il rito abbreviato e per questo sono comparsi in mattinata in tribunale, ma si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere.