Chieti. E venne il giorno tanto atteso, nel quale una firma apre uno scenario nuovo per le aree interne. E’ stata, infatti, siglata la convenzione tra la Asl Lanciano Vasto Chieti e l’Unione montana dei Comuni del Sangro per l’organizzazione e la gestione delle attività di integrazione socio-sanitaria. Il documento, sottoscritto questo pomeriggio a Villa Santa Maria alla presenza di numerosi sindaci, sancisce la cooperazione delle parti nell’ambito dell’assistenza sociale e sanitaria, da prestare in forma integrata al fine di assicurare qualità e uniformità nei 33 Comuni dell’area Basso Sangro-Trigno coinvolti nella Strategia nazionale per le aree interne.
La nuova organizzazione muove da una Centrale operativa di “Cure transazionali” ubicata presso la sede del Patto territoriale Sangro-Aventino, che diventa il centro nevralgico di tutto il sistema, dove avviene la presa in carico congiunta della persona da assistere dopo averne valutato il bisogno.
Si tratta di un’infrastruttura operativa a forte integrazione sociale e sanitaria, che persegue una finalità chiara: valutare il bisogno dei soggetti fragili e attivarsi per dare risposte efficaci, anche con l’ausilio delle tecnologie a servizio della salute, lasciandoli nel proprio domicilio il più possibile. In sostanza la Centrale rappresenta la cabina di regia di tutti i servizi territoriali, sia di tipo sanitario sia sociale, che consente di costruire un percorso assistenziale su misura in base alle necessità del singolo. Così se un soggetto fragile è costretto, per esempio, a un ricovero per il riacutizzarsi della patologia, oppure si procura una frattura, viene intercettato dalla Centrale, collegata agli ospedali, che ne segue la degenza e attiva, già prima della dimissione, tutto il percorso successivo, come l’assistenza domiciliare, un trasferimento in Rsa o in struttura riabilitativa o ancora al proprio domicilio, coadiuvato da un supporto di tipo sociale qualora il contesto familiare di riferimento lo richieda. Insomma l’obiettivo è accompagnare i pazienti fragili nel passaggio, nella transizione nei luoghi di cura, così da garantire a ciascuno un setting assistenziale appropriato, per approdare a migliori risultati in termini di salute. E l’integrazione con la parte sociale diventa preziosa per garantire a un paziente fragile condizioni di vita e di salute adeguate.
L’attività della Centrale è strettamente connessa agli ospedali e alle altre strutture sanitarie aziendali, e in particolare agli ambulatori della fragilità già attivi, che rappresentano i terminali sul territorio e tengono i contatti con i pazienti.
Prende così corpo la “medicina d’iniziativa”, espressione di un approccio differente nella gestione delle patologie croniche, che richiedono monitoraggio e interventi prima che possa aggravarsi e sfociare in episodi acuti. E la conferma dell’efficacia di tale approccio arriva dai primi dati raccolti in via sperimentale e pionieristica dal Laboratorio Fragilità avviato dalla Asl Lanciano Vasto Chieti, che ha mappato la popolazione target e monitorato il percorso di salute, traendo alcune prime conclusioni: la percentuale di ultra 65enni è in aumento, si concentra maggiormente nelle aree interne e si ricovera più spesso in ospedale, diversamente dalla parte fragile seguita dagli ambulatori dedicati, che invece in corsia ci finiscono meno. Ugualmente accade con il consumo di farmaci. Ecco i numeri: nei distretti del Sangro-Aventino, Alto Vastese, Guardiagrele e Lanciano gli over 65 sono 43.861, di cui 7.237 residenti nelle aree interne, pari al 16%. I fragili, affetti da patologie croniche, in totale sono 10.041, di cui sono stati presi in carico 2.706 residenti nelle aree interne. Dal monitoraggio effettuato negli ultimi due anni, è emerso che la spesa per i ricoveri ospedalieri, riferita ai fragili delle aree interne seguita dagli ambulatori dedicati si è ridotta in media di 14.180 euro ogni mille abitanti, come pure la spesa farmaceutica è scesa di 12.338 euro ogni mille abitanti.
@Sono dati riferiti a un periodo ancora breve e limitati a una sperimentazione – sottolinea il Direttore sanitario aziendale Vincenzo Orsatti -, che però indicano con chiarezza una tendenza e il percorso da seguire. La firma della Convenzione ci permette di istituzionalizzare un’attività di monitoraggio e presa in carico e mettere a regime un sistema che si è già dimostrato efficace@.