Il Tar Lazio ha respinto il ricorso della Medoil contro il ministero dell’Ambiente sull’autorizzazione a perforazioni petrolifere in Adriatico della piattaforma Ombrina Mare nel tratto antistante Ortona e Vasto. Per i giudici fu corretto il comportamento del ministero, all’epoca guidato da Andrea Orlando, che bloccò l’impianto chiedendo un’Aia,autorizzazione integrata ambientale.
Decisione presa anche dopo la manifestazione contraria che nell’aprile 2013 vide sfilare a Pescara oltre 40mila persone (CLICCA E GUARDA IL VIDEO E LO SPECIALE OMBRINA MARE 2).
Secondo la multinazionale che si è appellata al tribunale amministrativo il provvedimento contraddiceva “la decisione precedentemente assunta” sempre dal Ministero “senza che sia intervenuto alcun elemento nuovo, di carattere progettuale, normativo o riguardante il contesto ambientale, a giustificare tale decisione”.
Al ricorso della multinazionale si era associata anche Confindustria Abruzzo. A difendere i comuni abruzzesi della costa teatina gli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno.
Adesso la Medoil potrà presentare un ricorso al Consiglio di Stato ed appare scontato che lo farà. A luglio 2013 in seguito ad un fiume di polemiche e rivelazioni il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare aveva chiesto di avviare la procedura Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) prima del rilascio del decreto di Via (Valutazione d’Impatto Ambientale).