Chieti. Nei giorni scorsi si era incatenato davanti all’ingresso principale dell’ospedale di Chieti per protestare contro la Asl di Chieti che, dopo 16 anni, non aveva ancora risarcito il danno subito dal figlio al momento della nascita.
Quel figlio, oggi, è affetto da una tetraparesi di tipo spastico ed è costretto a vivere su una sedia a rotelle.
La novità è che la compagnia assicurativa della Asl Lanciano Vasto Chieti ha disposto il pagamento, per conto della stessa Azienda sanitaria, della somma di 1,5 milioni di euro alla famiglia del ragazzo cui i giudici del Tribunale di Chieti hanno riconosciuto in primo grado un risarcimento di 3,3 milioni di euro.
La situazione si è sbloccata proprio grazie all’intervento diretto dei vertici aziendali e dell’avvocato Giovanni Mangia, legale della Asl nel procedimento civile che la stessa Azienda sanitaria aveva intentato da tempo nei confronti della Compagnia assicurativa per ottenere il versamento della somma dovuta al ragazzo. La Compagnia infatti non aveva finora ottemperato alla richiesta della Asl di risarcire la famiglia nei limiti del massimale, di 1,5 milioni di euro, previsto dal contratto di assicurazione.
Nel frattempo le parti restano in attesa della sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila, prevista probabilmente entro la prossima estate, con la quale si definirà l’esatto ammontare del risarcimento eventualmente dovuto dalla Asl alla famiglia del ragazzo.
Rimane aperta anche la questione relativa alla necessità di sottoporre il ragazzo a cure all’estero, non di competenza diretta della Asl, ma la cui eventuale autorizzazione dipende da una Commissione della Regione Abruzzo.