Così in una nota l’Acli Chieti. Secondo Ga la presenza di locali notturni non può essere l’unico motore in grado di ricreare l’identità giovanile cittadina.
“Le politiche commerciali finalizzate all’apertura e alla crescita delle attività ricreative – prosegue la nota – devono necessariamente essere orientate da una strategia culturale, la quale deve partire dalla costituzione di luoghi di aggregazione per giovani e studenti, soprattutto con spazi attrezzati ad hoc, in modo da poter vivere la città anche durante il giorno. In sostanza, bisogna creare a Chieti delle agorà per socializzare, per studiare, per portare effettivamente gli studenti sul colle e far emergere quella identità giovanile, oggi sommersa. Noi di Ga, con il progetto Maltattack (rivitalizzazione di piazza Malta) abbiamo realizzato e continueremo a proporre una serie di iniziative finalizzate alla soddisfazione dell’esigenza sopra citata, fondate su un programma presentato all’amministrazione comunale. Maltattack non è un evento fine a se stesso, o una semplice festa estiva: Maltattack è un itinerario culturale, è un progetto sociale che vive e si realizza nel tempo.
A settembre di quest’anno, era in programma un altro importante evento da realizzare in piazza Malta, denominato ‘Maltattack, waiting for afterhouse’ (piazza Malta in attesa di una aula studio). In questa occasione sarebbe dovuta esserci la cerimonia di apertura dello spazio ‘Afterhouse’: una struttura, sempre in piazza Malta, dove poter studiare, organizzare mostre di giovani artisti, conferenze, cineforum ed eventi quotidiani di studio e di incontro. Con un pizzico di rammarico la manifestazione di inaugurazione è stata rinviata, in quanto “l’afterhouse” non è ancora pronta e le aule destinate allo scopo non ci sono state ancora consegnate. Chieti, città universitaria di giovani e di studenti fuori sede, necessita di una struttura così concepita. Una volta creati gli spazi come quelli ideati, i giovani avranno un’importante opportunità di partecipare attivamente alla vita cittadina, e di conseguenza, la città sarà più sensibile alle loro esigenze, anche a quelle ludico-ricreative. Bisogna fare in modo che i cittadini si rendano conto che i giovani possono essere una risorsa per risanare Chieti dall’immobilismo sociale; il rischio è quello di perdere una generazione, anzi di perdere per sempre i giovani, destinati a concentrarsi in aree dove è più agevole l’aggregazione sociale. Creando una vitalità ‘diurna’, necessariamente il beneficio si articolerà durante l’intero arco della giornata e, soprattutto, emergerà un diverso approccio della cittadinanza nei confronti di tutte le risorse socio-economiche. In conclusione, così facendo nessun imprenditore, giovane o meno, avrà “timore” di investire sul centro storico, creando attività commerciali di ogni tipo e favorendo lo sviluppo sociale ed economico. Tutto questo, però, manca ancora nella città di Chieti, e non può esistere una città che viva di sera e di notte, quando fatica a vivere di giorno”.