Chieti. Il testo del decreto che autorizza la piattaforma petrolifera al largo della costa teatina afferma che la Regione Abruzzo, nonostante i solleciti del ministero, non si è pronunciata. Il Wwf insorge e chiede i documenti a Chiodi e si prepara a manifestare, ma il governatore della Regione ribatte: “Mai interpellati dal Governo”, e si rivolge ad Alfano.
La divulgazione del Decreto positivo del Ministero dell’Ambiente sul progetto Ombrina mare per la realizzazione di una mega-piattaforma con centro di raffinazione in mare di fronte alla costa teatina che sta facendo il giro del web. Ma soprattutto sta gettando imbarazzo sul presidente della Regione Gianni Chodi. “Il testo del Decreto”, spiega il Wwf, “riporta la seguente frase ‘preso atto che, seppur sollecitata in data 11.07.2012, la Regione Abruzzo non ha fatto pervenire il proprio parere di competenza”. “Una mancanza, se confermata, di inaudita gravità”, commenta una nota dell’associazione ambientalista, che ora a Chiodi di chiarire, documenti alla mano, quale è stata la posizione della Regione Abruzzo in questa vicenda.
“Nessuna comunicazione o sollecito di luglio 2012 risulta mai pervenuta dal Governo Monti e dal ministero dell’Ambiente”, ribatte il governatore Regionale che, dopo una attenta ricerca sul protocollo regionale, sostiene come “il governo Monti abbia avviato l’iter autorizzativo nonostante la Regione si fosse opposta in maniera decisa a questo progetto”. E proprio oggi Chiodi ha chiesto ad Angelino Alfano, che, appena possibile, il Parlamento italiano faccia valere le disposizioni contenute nel decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, a firma dell’allora ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Il decreto istituiva, di fatto, il divieto di ricerca, prospezione o coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi all’interno di aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, nonche’ all’esterno delle stesse, nelle zone marine poste entro dodici miglia dalle aree protette. “La Regione Abruzzo, lo ripeto ancora una volta”, ha detto ancora il presidente regionale, “sotto la mia amministrazione si e’ sempre dichiarata contraria a tutti i progetti petroliferi, nel nostro mare e sulla terraferma, ma e’ stato il Governo centrale a voler riaprire in questi giorni il caso senza ascoltare osservazioni contrarie. Ora Bisogna fare presto per bloccare ogni procedura autorizzativa”.
Ma le sue parole non confortano gli ambientalisti, ormai decisi a percorrere due strade: quella dei ricorsi in sede amministrativa davanti al Tar da parte di tutti coloro che possono essere danneggiati dal progetto e l’immediata cancellazione da parte del nuovo Parlamento delle norme che hanno portato alla riattivazione del procedimento autorizzativo di Ombrina Mare. E per smuovere l’opinione pubblica, il Wwf assieme alle altre organizzazioni e ai cittadini, come emerso in un’assemblea ieri sera a S. Vito, intende proporre una grande manifestazione per il prossimo aprile per la salvaguardia della Costa dei Trabocchi e del medio e basso Adriatico. Anche per concordare la mobilitazione, domani alle 15:00 è stato convocato un incontro pubblico presso la Camera di Commercio di Chieti Scalo in via Fratelli Pomilio.