Abruzzo.Una chiazza di idrocarburi stimata in circa mille litri è stata avvistata dall’equipaggio della nave di stoccaggio Alba Marina, al campo petrolifero Rospo Mare, al largo delle coste tra Abruzzo e Molise.
Lo riferisce la Edison che opera alle piattaforme petrolifere. La stessa società riferisce che è scattata la procedura di emergenza e che la produzione è stata subito fermata. Non si hanno notizie della natura della chiazza e né della provenienza. Stanno operando le squadre del campo Rospo Mare e la Capitaneria. L’intero campo è sorvegliato da un sistema di telecontrollo a terra da cui è possibile arrestare la produzione in qualsiasi momento. Intervento possibile anche dalla nave stoccaggio Alba Marina. Dopo l’attivazione delle misure di emergenza, operativi tutti i mezzi antinquinamento a mare e aerei. Tutte le operazioni avvengono in coordinamento con le autorità competenti. Il campo petrolifero offshore di Rospo Mare è situato a circa 12 miglia dal porto di Termoli. E’ in produzione dal 1982 e fino ad oggi ha estratto 92 milioni di barili di olio. Gli impianti di produzione sono gestiti da Edison in qualità di operatore al 62% e in joint venture con Eni al 38%.Sono in arrivo due robot Rov, uno da Ancona e uno da Napoli, oltre a una squadra di sommozzatori della capitaneria di porto di S.Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), per effettuare il monitoraggio dell’area dove è avvenuto lo sversamento di idrocarburi, segnalato la scorsa notte dal galleggiante ‘Alba Marina’ adibito allo stoccaggio all’interno del campo petrolifero Rospo Mare, al largo di Termoli. La Guardia costiera di Termoli, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Pescara, ha allertato i mezzi adibiti al servizio antinquinamento, immediatamente intervenuti sul posto insieme ad un rimorchiatore e due motovedette. Lo sversamento, una volta individuato, è stato circoscritto con quelle che vengono definite ‘panne di contenimento’. L’attività di recupero delle sostanze presenti in acqua è in corso mediante l’impiego di sofisticate apparecchiature ‘rec-oil’ in grado di separare ed asportare le componenti oleose dall’acqua marina. Lo sversamento è stato monitorato anche grazie ad un velivolo della Guardia Costiera che ha sorvolato la zona e diretto le operazione dal cielo per il posizionamento delle barriere ‘isolanti’. All’alba sono intervenuti anche i sommozzatori della Guardia Costiera per un’ispezione più dettagliata all’impianto di estrazione del greggio, allo scafo galleggiante della piattaforma e delle tubature immerse della struttura per verificare il motivo dello sversamento ed eventualmente individuare il punto di fuoriuscita del liquido inquinante per poi pianificare interventi. Sono in corso indagini per chiarire se vi siano responsabilità sull’accaduto.Le rassicurazioni della guardia costiera. “Non sembrano esserci ad ora danni apparenti nello specchio di mare al largo delle coste fra l’Abruzzo e il Molise, verso le Tremiti”. Lo ha detto il capitano di vascello, Luciano Pozzolano, direttore marittimo dell’Abruzzo e del Molise della Direzione Marittima Guardia Costiera, in merito ai risultati del monitoraggio aereo a seguito dello sversamento in mare di idrocarburi al campo petrolifero Rospo Mare, a 12 miglia a largo di Termoli. Secondo Pozzolano si tratta di greggio. Le unità della Guardia Costiera sono al lavoro sul posto.Carlo Costantini (Idv). “Oltre due anni fa (il 2.11.2010, per l’esattezza) ottenevo dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo l’approvazione di un mio disegno di legge, presentato ai sensi dell’art. 121, 2 comma della Costituzione, per introdurre il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in un mare, l’Adriatico, che ha caratteristiche assolutamente incompatibili con l’esercizio di queste attività”. Recita così una nota di Carlo Costantini, capogruppo Idv alla Regione e candidato alla Camera con la lista Ingroia. “Le maggioranze parlamentari che si sono susseguite ci hanno dormito sopra ed ora apprendo che una perdita di idrocarburi avrebbe interessato il campo petrolifero di Rospo Mare, vicino alle Isole Tremiti. Dal mio punto di vista è semplicemente criminale consentire l’estrazione di petrolio in un mare così stretto e con fondali così bassi, già gravemente malato e ciò nonostante ancora volano dell’economia turistica (e non solo) di molte regioni d’Italia. Il 26 febbraio, in Parlamento, andrò a prenderlo nel cassetto impolverato nel quale l’avranno nascosto per tutto questo tempo e, con il sostegno che Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile di certo non ci faranno mancare, pretenderò che il futuro del Mare Adriatico e la definitiva sparizione delle trivelle dai suoi fondali vengano portate entro brevissimo tempo all’esame dell’aula”.Le reazione delle associazioni ambientaliste (Wwf e Legambiente). Il Wwf lancia l’allarme sull’incidente occorso alla piattaforma Rospo Mare, campo petrolifero a largo tra Vasto e Termoli. “Si tratta del secondo incidente in meno di 8 anni – racconta Fabrizia Arduini, responsabile petrolio del Wwf Abruzzo – nell’agosto del 2005 ci fu una falla tra i tubi di carico e centinaia di litri finirono in mare: si sfiorò il disastro ambientale nel vero senso della parola”. Ora la preoccupazione degli ambientalisti è l’entità del danno attuale: “Mille litri sono una tonnellata e non è uno scherzo, visto che siamo a poche miglia dal parco marino di Punta Penne. Direi che questo è un monito, un presagio proprio ora che riprende il suo cammino il progetto di ampliamento previsto del decreto Sviluppo di Passera. Nel 2010 la Prestigiacomo bloccò il progetto, Passera lo ha riaperto, e si tratta di aprire altri 4 pozzi, di cui uno orizzontale. Insomma, c’é allarme”.Desta “seria preoccupazione lo sversamento di petrolio in mare rinvenuto questa notte nei pressi della piattaforma Rospo Mare al largo della costa abruzzese-molisana”. Lo dice in una nota Legambiente Abruzzo. “Accertare al più presto le cause, individuare i responsabili, verificare il livello delle misure di sicurezza attive sulle piattaforme e sulla nave di appoggio, e valutare infine gli eventuali danni ambientali – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – I rischi delle attività di estrazione, stoccaggio e trasporto degli idrocarburi sono sempre più evidenti e devono far riflettere sul tentativo di deriva petrolifera che, fortemente propagandata nella proposta di Strategia Energetica Nazionale, il ministro Passera vuole impartire al Bel Paese”.l
Enrico Di Giuseppantonio (Presidente Provincia Chieti). “La perdita di petrolio che ha interessato la piattaforma Rospo Mare al largo di Abruzzo e Molise mi preoccupa non poco perché mette in serio pericolo ambientale uno degli angoli più suggestivi e incontaminati di tutta la riviera adriatica”. Il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, interviene sull’incidente accorso questa mattina al confine tra l’Abruzzo e il Molise.
“Mi auguro sinceramente che il lavoro di monitoraggio e di contenimento in atto dalla Guardia Costiera e dai tecnici fughi ogni seppur minima minaccia per un territorio che non può permettersi di pagare le conseguenze negative di questo sciagurato episodio, sia in termini di tutela di un ambiente incontaminato sia per non arrecare seri danni all’industria turistica abruzzese e molisana in un momento di per se critico per l’economia”.
“A questo punto – conclude il Presidente Di Giuseppantonio – la Edison informi con tempestività ed esattezza i cittadini e le istituzioni abruzzesi. Personalmente mi chiedo perché proseguire con la petrolizzazione dell’Adriatico e non posso far altro che confermare in modo forte e chiaro il no ufficiale espresso dalla Provincia di Chieti alla petrolizzazione dell’Adriatico: voglio ricordare che da tempo portiamo avanti un attento lavoro di concertazione con le associazioni ambientaliste del territorio provinciale, grazie anche alla collaborazione del Consigliere delegato alle attività petrolifere Franco Moroni”.
Aggiornamento. Ne’ i sommozzatori, ne’ il sorvolo con i mezzi aerei hanno rilevato altre chiazze di greggio nei paraggi della piattaforma per l’ estrazione del petrolio Rospo Mare a largo delle coste adriatiche tra Vasto e Termoli. E’ quanto riferisce all’ Ansa il capitano di vascello, Luciano Pozzolano, direttore marittimo dell’ Abruzzo e del Molise della Direzione Marittima Guardia Costiera.Le verifiche che proseguono interrotte dall’ alba si sono spinte perfino alle Tremiti: sembra quindi prendere piede l’ ipotesi che lo sversamento che ha prodotto l’ allarme della nottata possa essere dipeso o dalle condotte di pompaggio o dalla nave appoggio stessa. Secondo quanto riferisce Pozzolano, ora in superficie, forse per naturale evaporazione dei fumi, non ci sono segni di presenze di petrolio, ma solo con l’ arrivo del piccolo scafo per le ricognizioni sul fondo marino sara’possibile verificare se il petrolio si e’ posato sul fondo.
Gabbiani sporchi. Il Wwf Abruzzo diffonde fotografie di gabbiani sporchi di idrocarburi tra Abruzzo e Molise. In una nota spiega che sono state scattate tra le 15,30 e le 16 alla foce del Torrente Buonanotte”, di fronte alla piattaforma Rospo Mare dalla quale, secondo la Guardia Costiera, stamani si e’ osservato uno sversamento di greggio. In una nota la Edison, societa’ che ha in concessione ‘Rospo Mare’, spiega che al momento ”si conferma l’assenza di greggio in mare” annunciando ulteriori controlli.
Luciano Monticelli (delegato Anci demanio). “Sono sconcertato, rammaricato e fortemente preoccupato per quanto accaduto al largo della costa abruzzese-molisana – tuona Luciano Monticelli, Sindaco di Pineto e Delegato Nazionale ANCI al Demanio Marittimo – dove lo sversamento di petrolio in mare, rinvenuto nei pressi della piattaforma Rospo Mare, sembra essere la cronaca di un disastro annunciato”. “Da tempo – continua Monticelli – lotto, unitamente alle Associazioni Ambientaliste, a quelle del mondo delle Energie Rinnovabili ed alle Forze Politiche, contro la deriva delle attività di ricerca di nuovi giacimenti di petrolio sulla costa abruzzese e non solo. Continuerò, anche in virtù della Delega Nazionale al Demanio Marittimo, a battermi in ogni sede per difendere la vocazione ambientale dell’intero territorio costiero italiano. Lo sfruttamento del petrolio è, come noto, un’attività definita ad alto impatto ambientale, non esiste un comune “petrolizzato” in Italia dove si vive bene con l’oro nero: esplosioni a Trecate, petroliere inabissate a Genova, bimbi deformi a Gela, tumori fuori ogni limite a Falconara, inquinamento alle stelle a Melilli, Priolo, Augusta, Cremona, Falconara, Marghera, Manfredonia, bellissime Città dove ora abbondano malattie, inquinamento di aria e acqua, agricoltura morta e sottosuolo stravolto”.“Sicuramente – conclude Monticelli – non si vive di solo di turismo ed agricoltura, anche se in molti Paesi ci riescono, ma non può e non deve assolutamente essere la petrolizzazione il valore aggiunto del nostro Paese”.
Maurizio Acerbo (Prc).