Il bombarolo si fa vivo: 2 dvd recapitati a Rete8, Di Santo forse immortalato a Chieti Scalo-AUDIO

disantosbarbatChieti. Svolta nelle ricerche di Roberto Di Santo, il 58enne di Roccamontepiano ricercato per tentata strage dopo aver piazzato due ordigni esplosivi in uno stabile di Villanova di Cepagatti e davanti al tribunale di Chieti. Altri filmati sono stati fatti recapitare alla sorella e alla redazione televisiva di Rete8: il secondo potrebbe essere stato lasciato in viale Abruzzo proprio dal bombarolo.

Di rispettare la promessa di consegnarsi dopo dieci giorni dal primo tentativo di attentato, sembra che Roberto Di Santo non abbia nessuna intenzione. Lo dice lo stesso 58enne originario di Roccamontepiano negli ultimi filmati fatti recapitare alla sorella Patrizia e all’emittente televisiva Rete8 questo pomeriggio. Due dvd in tutto: uno lasciato a Villanova, da dove è cominciata la sua folle avventura, l’altro lasciato davanti alla redazione di viale Abruzzo forse proprio dal ‘bombarolo’ pochi minuti dopo che la donna era giunta per consegnare il primo disco ai giornalisti.

“Se non mi prenderete prima, entro dieci giorni sarò io a consegnarmi”. È la promessa fatta dallo “squilibrato” operaio, registrata dallo stesso in un filmato che spiega il funzionamento dell’ordigno artigianale preparato per far saltare in aria la villetta della sorella a Cepagatti, mossa vendicativa (sventata dai carabinieri) contro gli inquilini del piano superiore. Era l’8 gennaio, primo giorno di quella che per Roberto Di Santo è tessuta come la trama di una “rivoluzione sociale”, contro un sistema corrotto e contro le istituzioni colpevoli di averlo condannato per alcuni reati contro il patrimonio. La seconda mossa l’ha attuata la sera del 10 gennaio, quando ha dato fuoco all’automobile utilizzata per la fuga, con una bombola di gas all’interno, all’ingresso del tribunale di Chieti: secondo attentato sventato, mentre le ricerche dei carabinieri della compagnia di Pescara, guidate dal capitano Scarponi e dal tenente Invidia, proseguivano nell’orbita metropolitana. La cella del telefonino del fuggitivo era stata captata a Chieti Scalo, tra la stazione e l’ospedale, quartieri in cui il 58enne era solito girare quando si appoggiava nell’abitazione del padre 82enne. Gli investigatori fin qui avevano raccolto alcune segnalazioni in merito ad un uomo, somigliante alla fotografia diffusa, che girava in bicicletta per il capoluogo teatino. Niente di confermato, così come gli avvistamenti del camper bianco dal tettuccio verde Layland Sherpa, indicato come secondo mezzo e rifugio a disposizione del ‘bombarolo’.

LA SVOLTA ODIERNA. Al nono giorno di ricerche, stamattina la sorella Patrizia è tornata nella sua villetta di Villanova di Cepagatti, per cercare di recuperare alcuni effetti personali tra i rottami dell’ordigno disinnescato con le microcariche degli artificieri del Gis di Livorno. E invece, attaccato al cancello, come accaduto ai vigili del fuoco intervenuti per domare l’incendio appiccato l’8 gennaio da Di Santo all’automobile della vicina di casa, la donna ha trovato un altro dvd. “Video Otto” è la scritta in stampatello riportata sulla copertina del disco: nell’agitazione del caso, la donna è rincasata a Chieti e ha visionato il contenuto composto da 4 filmati, uno di questi intitolato “Messaggio per Rete8”, che riporta alcuni spezzoni delle trasmissioni tv che l’emittente citata ha dedicato negli ultimi giorni alla vicenda. Per questo, Patrizia Di Santo non decide di recarsi dai carabinieri e ascolta le ultime parole del fratello che chiede di far recapitare i film proprio ai giornalisti della tv locale.

Sono passate da poco le 14:00 quando lei e il dvd scottante irrompono negli studi di viale Abruzzo a Chieti Scalo. L’intera squadra giornalistica si concentra sul caso e allerta i carabinieri, mentre si inizia a visionare i filmati. Due sono più datati e contengono vecchio materiale già girato dall’uomo il 9 e il 14 dicembre scorso, un terzo è di Capodanno ed è rivolto a Patrizia Di Santo, l’ultimo, del 9 gennaio, è immediatamente successivo all’attentato di Villanova ed è rivolto proprio a Rete8. Poco è ciò che i giornalisti riescono, nella concitazione, ad estrapolare: si vede il 58enne nel proprio camper, barba e occhiali come nel primo messaggio diffuso, che annuncia di non volersi costituire e promette azioni più eclatanti.

DI SANTO SI LASCIA RIPRENDERE? All’ingresso della redazione, come il mestiere insegna, i cameraman di Rete8 si piazzano in attesa di filmare l’arrivo di Salvatore Invidia, tenente dei carabinieri in marcia da Pescara. Le telecamere attirano sempre l’attenzione, ma un uomo in bicicletta comincia a ‘pendolare’ davanti ai cancelli della redazione, poi con uno scatto si avvicina ad un cassonetto dell’immondizia e vi poggia sopra un dvd. L’operatore video non si lascia sfuggiredisanto_reteotto l’occasione e immortala l’uomo, in pantaloni e cappotto e occhiali scuri, mentre rimonta in sella e si allontana in direzione ovest. Si accorge di essere ripreso dalla telecamere, sbanda leggermente e accenna un gesto con la mano sinistra: qui, forse, si tradisce e volta il viso verso l’obbiettivo. Il fotogramma catturato mostra un volto molto simile alla fisionomia di Di Santo, seppur senza barba e con i capelli decisamente più corti.

RICERCHE INTENSIFICATE. Il tenente Invidia, che negli uffici di Rete8 ha già visionato i primi minuti del primo dvd, acquisisce anche il secondo, che contiene messsaggi più recenti, del 12 e del 14 gennaio. Sarà la dottoressa Silvia Santoro, magistrato pescarese che dirige le indagini, a porli entrambi sotto sequestro. Intanto le ricerche di Carabinieri e Polizia si intensificano nei pressi di viale Abruzzo, ma anche verso Brecciarola e verso la zona commerciale di Chieti Scalo. La sorella di Di Santo viene accompagnata in caserma per fornire ulteriori informazioni all’Arma, non prima di aver lanciato un appello al fratello. Si cerca di appurare se l’uomo in bicicletta sia il ‘bombarolo’, rasato per l’occasione, o il presunto complice a cui si potrebbe attribuire un’ombra individuata nel filmato che illustra la bomba e che, si crede, possa aver aiutato lo squilibrato a spostare la Toyota Starlett e a scappare dopo l’incendio del tribunale. Molto probabile anche che Roberto Di Santo possa essersi messo sulle tracce della sorella: a poche centinaia di metri, infatti, c’è anche un bivio della Statale che porta dritti a Cepagatti. O che, prevedendo la sua reazione, si sia appostato davanti agli studi di Rete8 aspettando il suo arrivo per completare la consegna.

L’APPELLO DELLA SORELLA: COSTITUISCITI. “Roby per cortesia costituisciti”, chiede accoratamente dai microfoni di Rete8 Patrizia Di Santo al fratello Roberto, “non combinare ancora guai, pensa a tutti noi”. Non si fa riprendere in viso dalle telecamere, ma la voce tradisce tutta la sua disperazione: “Basta, metti un punto”, si rivolge al fratello, “Ti aspettiamo e ti siamo vicini”.

UN ALTRO ATTENTATO INCENDIARIO? La presenza massiccia delle forze dell’ordine, a caccia Di Di Santo nel perimetro attorno al capoluogo teatino, non hanno evitato un altro rogo di mano apparentemente dolosa, che potrebbe essere proprio quella del dinamitardo e incendiario di Roccamontempiano. Intorno alle 17, nel quartiere Madonna degli Angeli è andato a fuoco il portone di un edificio. La zona è stata transennata dalle forze dell’ordine ed è presidiata da Digos, carabinieri e Scientitica. Nei pressi della struttura, adiacente ad una chiesa e che dovrebbe appartenere all’imprenditore Angelini, sarebbe stato rinvenuto un messaggio lasciato da Di Santo.

 

Daniele Galli


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