Chieti. Una donna acquistava prodotti hi-tec pagando con assegni circolari “fatti in casa” collezionando numerosi smartphone, tablet e pc portatili.
I Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Chieti, dopo aver raccolto la denuncia della titolare di un negozio di telefonia con sede a Chieti Scalo, vittima di uno dei raggiri “tecnologici” organizzati dalla donna, si sono messi subito sulle tracce della truffatrice. Chiaro il modus operandi della donna che si era presentata alla vittima con il finto nome di Veronica, per acquistare quattro smartphone, per un valore di circa 3 mila euro, pagando il tutto con un assegno circolare. Al momento dell’incasso, l’amara sorpresa: l’assegno era infatti falso e la negoziante non ha potuto far altro che avvisare i Carabinieri. Sono stati subito allertati anche gli altri rivenditori di zona. La truffatrice, non sapendo che i militari erano già all’opera per raccogliere ogni elemento utile per incastrarla, era convinta di proseguire indisturbata con le sue attività semplicemente spostandosi da Chieti. Nel pomeriggio di lunedì i militari hanno ricevuto una nuova segnalazione, proveniente stavolta da un negozio di Popoli, dove Veronica aveva prenotato degli smartphone, da ritirare in giornata. I militari hanno così raggiunto la località indicata e si sono posizionati in modo da chiudere tutte le vie d’uscita alla donna che puntualmente, a bordo di un’automobile, ha raggiunto il negozio preso di mira. All’interno stavolta l’amara sorpresa l’ha trovata lei: c’era infatti un Carabiniere ad aspettarla. La donna, dopo aver ritirato la merce prenotata e aver pagato con l’assegno “fai da te”, si è vista sbarrare la strada dal militare fintosi cliente, subito raggiunto dai colleghi che lo attendevano fuori. Dopo aver bloccato ed identificato la donna, i militari hanno appurato che l’assegno utilizzato per il pagamento era un falso come quello usato in precedenza a Chieti Scalo. Così Manuela Di Lello, 27enne nata a Pescara, ma residente a Montesilvano, pregiudicata per numerosissimi reati di analoga natura, è stata dichiarata in arresto con l’accusa di truffa, falsità in scrittura privata, uso di atto falso e sostituzione di persona. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati l’assegno utilizzato per la truffa, circa 600 euro in contanti, un computer, smartphone e telefoni cellulari.
Francesco Rapino