Ipasvi Chieti su istituzione infermieri di famiglia

Chieti. “Meglio non ammalarsi di domenica», come scrive oggi Il Centro in prima pagina? Probabile, ma non sarebbe un problema se sul territorio si istituissero gli ambulatori infermieristici e venisse introdotta la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per garantire la presa in carico globale degli anziani, dei malati cronici e dei pazienti fragili in generale”. E’ quanto sostiene Giancarlo Cicolini, presidente dell’Ipasvi di Chieti, la federazione che rappresenta i 3.400 infermieri attivi in provincia.

 “Il disagio del nostro concittadino abruzzese, il quale non ha trovato una risposta vicino casa ai suoi bisogni di salute e ha dovuto farsi accompagnare di domenica al Pronto soccorso di un ospedale maggiore – secondo Cicolini -, molto probabilmente poteva essere risolta a domicilio da un infermiere, evitando il ricorso a strutture sanitarie che dovrebbero essere rivolte solo al trattamento delle patologie in fase acuta. In tale modo si ridurrebbero notevolmente gli accessi agli ospedali, che potrebbero gestire i loro compiti in maniera più efficace e appropriata”.

 Per il presidente dell’Ipasvi di Chieti “va ribadita la necessità di attivare nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre i costi per la sanità regionale e soddisfare i bisogni assistenziali degli utenti, che sono ormai mutati rispetto al passato. Il modello prevalente della sanità del futuro – sottolinea Cicolini – prevede una sempre maggiore presenza di infermieri perché aumenta la necessità di presa in carico, di accompagnamento, di educazione alla prevenzione, alla gestione della salute e al ripensamento degli stili di vita. Gli infermieri – conclude l’Ipasvi – sono pronti ad accettare questa sfida perché hanno a cuore il nostro Servizio sanitario regionale e, soprattutto, la salute dei cittadini, i quali ci apprezzano quotidianamente per ciò che facciamo”.

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