Vasto. “A Mauro Febbo sembra non interessare lo stop della Soprintendenza”. Continua il botta e risposta tra l’assessore regionale all’Ambiente e la popolazione vastese contraria ai lavori per la realizzazione della cava sottomarina di Punta Penna.
Dopo le recenti dichiarazioni dell’assessore, che si dice intenzionato a dare avvio ai lavori, arriva, infatti, la risposta del circolo di Rifondazione Comunista di Vasto.
Tomeo ha reso noto un documento inviato proprio dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Chieti, con il quale si avverte che i lavori non potranno essere iniziati fino a che non sia stato acquisito il parere preliminare dell’ente.
L’obiettivo della Soprintendenza è quello di effettuare dei rilievi di tipo archeologico, dato che, come si legge nel documento, la spiaggia di Punta Aderci sarebbe stata interessata negli anni da una frana estesa. Inoltre, sembra che nella vicina località di Punta Penna esista un “approdo antico”.
“Nonostante il provvedimento” sottolinea a riguardo Rifondazione Comunista “scriva che i lavori non possono essere iniziati, Febbo sostiene comunque che gli interventi avranno inizio il 10 febbraio. Che dite, si può parlare di arroganza politica e di uso arbitrario del potere politico”.
Al problema della Soprintendenza sembrerebbero aggiungersi, inoltre, altre incongruenze tra quanto sostenuto dall’assessore e quanto contenuto, invece, nei documenti a disposizione del circolo di Rifondazione Comunista.
Non sarebbe esatto, ad esempio, il dato sulla distanza dei lavori dalla costa riferito da Febbo. “Infatti” spiega a riguardo il circolo, “500 metri è la distanza della cava dalla spiaggia di Punta Penna, sul punto più a sud della cava, in prossimità del molo del porto di Vasto. L’area di cava, però, prosegue verso nord fino al promontorio di Punta Aderci, dal quale il punto di scavo dista solo 300 metri. Queste distanze possono essere facilmente ricostruite a partire dalla planimetria della valutazione di incidenza ambientale”.
Sulla profondità di scavo, invece, l’assessore Febbo avrebbe addirittura smentito se stesso. Sarebbe, infatti, di qualche giorno fa la dichiarazione che prometteva che a Vasto sarebbero stati asportati tra i 50 e gli 80 centimetri di materiale dal fondo marino.” Contro quanto è possibile leggere sempre nelle pagine della valutazione di incidenza ambientale” puntualizza, invece, Rifondazione Comunista, “dove si prevede, invece, un’escavazione media massima di 1,5 metri con tolleranza di 30 centimetri in più ed in meno. Quindi, il commento di Mauro Febbo, che prova a smentire il documentato impedimento imposto dalla Soprintendenza alla cava di Vasto, è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni superficiali ed inesatte”.
Di seguito il documento integrale della Soprintendenza dei Beni Culturali di Chieti.
Tania Di Simone
Documento della Soprintendenza dei Beni Culturali di Chieti