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Sottocosto illegali, scoperta a Chieti una maxi-evasione per 295 milioni di euro

L’hanno chiamata “Operazione Carinzia” quella conclusa dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, che ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale che aveva creato un sistema complesso per non pagare le tasse in Italia.

Oltre 295 i milioni di euro occultati al fisco e più di 59 milioni di euro di Iva sottratti a tassazione sono stati i “vuoti” accertati dai finanzieri nel periodo che va dal 2006 al 2013 per il gruppo criminale specializzato nell’acquisto di profotti elettronici all’estero e poi rivenduti in Italia “sottocosto”, realizzando però una situazione di concorrenza sleale nei confronti le aziende italiane.

Il meccanismo della frode era basato su operazioni che avvenivano tra soggetti con sede in diversi paesi membri della Comunità Europea, aggirando la normativa dell’Iva sugli acquisti intracomunitari. In particolare, la merce veniva acquistata da società austriache, polacche e slovacche, la cui sede però risultava essere fittizia visto che la loro attività si realizzava di fatto in Italia, ed in particolare a Francavilla al Mare, Ripa Teatina e Pescara. In un secondo momento, poi, i prodotti acquistati venivano rivenduti ad acquirenti italiani, interponendo delle società cartiera, o missing trader, create appositamente per caricarsi di tutto il debito Iva che non sarebbe mai stato pagato.

Sono state, così, 43 le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Chieti, fra le quali in particolare i sei “capi” del sodalizio criminale che dovranno ora rispondere del reato associativo finalizzato alla frode fiscale ed all’omessa dichiarazione, con l’aggravante della transnazionalità. Inoltre, è stato richiesto il sequestro di beni immobili, alcuni dei quali intestati a prestanome allo scopo di sottrarli ad eventuali azioni di confisca, e di auto di lusso intestate a società estere.