Si torna a parlare dei morti di Covid a causa di un nuovo scandalo sulla pandemia. In Italia oltre duemila hanno ricevuto la cura sbagliata.
Il Covid-19 ha cambiato senza ombra di dubbio le nostre vita per poco più di due anni. Infatti la pandemia ha costretto il mondo intero trincerarsi in casa per preservare la propria salute, col senno di poi la scelta più giusta. Chi ha contratto il virus ha rischiato di ricevere la cura sbagliata, con un nuovo scandalo che in queste ore sta facendo scalpore.
Sono passati ormai quattro anni da quando il Covid-19 ha iniziato a diffondersi iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Questa è una malattia respiratoria causata dal coronavirus SARS-CoV-2, identificata per la prima volta a Wuhan in Cina. Dopo l’incertezza iniziale è uscito fuori che il virus si trasmette principalmente da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce. Inoltre i sintomi sono spesso stati al centro di polemiche, con chi l’ha confuso a lungo con una semplice influenza.
Tra i sintomi più comuni troviamo febbre, tosse, affaticamento, difficoltà respiratorie, perdita di gusto o olfatto, mal di gola e dolori muscolari. La gravita dei sintomi può influenzare anche lo stato di salute di una persona. Inoltre alcune delle cure per gli infetti sono state sbagliate. A rivelarlo è un recente studio condotto in sei paesi tra cui Francia, Belgio, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti. Al centro dello studio finisce di nuovo l’idrossiclorochina che a quanto pare ha avuto un impatto devastante sulla salute di chi l’ha assunta, come riportato anche da vanityfair.
Covid, scandalo sulle morti: molte di queste causate dall’idrossiclorichina
Inizialmente l’idrossiclorichina è stato promosso come soluzione magica da alcuni leader mondiali. In realtà però proprio l’uso dell’antimalarico avrebbe provocato quasi 17mila decessi nei paesi in cui è stato usato. A condurre l’indagine ci hanno pensato i ricercatori delle Università Lione e del Québec, che hanno esaminato i dati dell’ospedalizzazione per Covid-19 durante i primi mesi del 2020. Proprio durante quella fase critica, l’idrossiclorochina è stata prescritta a pazienti nonostante la mancanza di prove scientifiche sui suoi benefici clinici.
L’uso indiscriminato di questo farmaco è stato fortemente supportato da diverse figure politiche e tra queste troviamo anche l’ex presidente statunitense Donald Trump e l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Lo studio, pubblicato su Biomedicine & Pharmacotherapy, ha stimato che l’assunzione di idrossiclorochina potrebbe essere collegata a quasi 20.000 morti nei sei paesi presi in considerazione.
Questa cifra è stata ottenuta analizzando l’incremento dell’11% del tasso di mortalità associato alla prescrizione di questo farmaco contro il Covid-19. Tra gli effetti avversi che ha avuto l’idrossiclorichina troviamo dei disturbi del ritmo cardiaco che hanno incrementato la mortalità.
I risultati finali della ricerca indicano che quasi 17.000 morti potrebbero essere direttamente attribuibili all’uso di questo farmaco contro il Covid-19 nei sei paesi presi in esame. Lo studio è stato anche un modo per evidenziare i rischi significativi associati all’uso di farmaci in modo “off-label” durante emergenze sanitarie, rivelando come la prudenza è stato il miglior approccio contro la pandemia.