Rapino. Con la sentenza dello scorso 8 di ottobre, pubblicata in questi giorni, il Consiglio di Stato si è pronunciato sul contenzioso pendente tra il Comune di Rapino e la ditta Sagifur – la conceria sotto accusa per disastro ambientale colposo -, legittimando definitivamente le decisioni prese dall’Ente e dall’allora Sindaco Rocco Micucci, oggi di nuovo in carica.
Nella sentenza si legge che non sussiste l’obbligo di avviso di avvio del procedimento quando si tratta di ordinanza contingibile ed urgente e in particolare quando possono essere compromessi valori fondamentali quali quello della tutela della salute. Infatti, quella della Sagifur è stata definita attività industriale insalubre priva della necessaria autorizzazione.
Stessa sorte per l’ordinanza n. 27 con cui il Responsabile dell’ufficio Tecnico del Comune aveva ingiunto di demolire i capannoni della ditta eseguiti in assenza di concessione edilizia.
“Le decisioni del Consiglio di Stato ristabiliscono anche la verità su chi ha sempre avversato quella che era una attività fuori dalle regole, che oggi è anche accusata di aver contaminato le falde acquifere con sostanze cancerogene, e chi invece ha tentato negli scorsi anni anche varianti al Piano Regolatore per consentire il riavvio di quella attività nociva. Nell’attesa di conoscere l’esito del procedimento penale a carico dei proprietari della conceria, nel quale il Comune di Rapino si è costituito parte civile, la mia amministrazione assicurerà il ripristino della legittimità portando avanti la procedura per la demolizione della conceria abusiva e chiedendo il disinquinamento dei siti contaminati, per chiudere definitivamente questo brutto capitolo della storia di Rapino”.