Il progetto, presentato dalla società EN & EN SPA, prevede l’impianto di 7 aerogeneratori di grande taglia, ciascuno di potenza nominale paria a 3 MW, aventi dimetro del rotore di 105 metri e altezza al mozzo pari a circa 100 metri.
Premesso che il Centro Studi considera l’energia eolica una risorsa essenziale per arginare la minaccia dei cambiamenti climatici e per garantire l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, è altrettanto forte la convinzione che sia necessario porre un freno alla moltiplicazione scriteriata di tali impianti.
È risaputo, infatti, che nella Regione Molise si registra la più alta concentrazione di parchi eolici e fotovoltaici e che non sempre questa sia legata a necessità di approvvigionamento energetico. Prova ne è il fatto che l’ ipergenerazione abbia portato, in diversi casi, al distacco coattivo degli impianti da parte del gestore dalla rete. Questo è un dato che dovrebbe tenere bene a mente chi concede disinvolte autorizzazioni, senza dimenticare la distorsione di un settore ormai drogato di incentivi pubblici. L’aspetto paradossale è che gli utenti finanziano di tasca propria questi mega progetti, senza ricevere beneficio alcuno!Le numerose obiezioni mosse al progetto sono di carattere diverso: tecnico, storico-culturale e naturalistico nel suo complesso. Lo studio di impatto ambientale, così come predisposto dalla società proponente, non può essere ridotto ad un sopralluogo della durata di cinque giorni, perché il territorio oggetto dell’intervento non è solo ambiente, ma anche cultura, storia, paesaggio ed identità.Il paesaggio inteso in senso geografico è una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni, perciò quando viene presentato un progetto di queste dimensioni – sette aerogeneratori di grossa taglia- è impensabile non interpellare anche i comuni limitrofi, nella fattispecie San Felice del Molise e Montefalcone nel Sannio, per i quali l’impatto visivo sarà devastante. Il paesaggio è parte integrante del patrimonio culturale, cioè dell’eredità storica della collettività, e per questo deve essere messo al riparo da atti predatori di chi vede il patrimonio storico e artistico unicamente in termini monetari.La scelta di installare sette aerogeneratori in una zona di pregio, è in netta contraddizione con la nostra proposta di creazione di un’area protetta che interessi la zona in questione, oltre a quelle limitrofe del SIC Macchianera- Colle Serracina. Le nostre linee di azione, in vista del miglioramento della qualità della vita delle comunità locali, procedono nella direzione della valorizzazione delle risorse naturali presenti in loco, attraverso lo sviluppo dell’agricoltura e del turismo naturale.
La presenza di ben nove siti SIC, una ZPS, un IBA ed un progetto Life biodiversità in un’area così ristretta deve determinare esclusivamente una pianificazione territoriale incentrata sulla tutela ambientale e sulla valorizzazione delle tipicità naturalistiche, culturali e tradizionali. La stima del danno culturale, sociale e paesaggistico causato dalla centrale eolica prevista a Montemitro è incalcolabile e, per tale tipo di perdita di valore, non è possibile alcuna forma di compensazione economica.In allegato la Sintesi del progetto e le Osservazioni presentate dal Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno, per una attenta visione e condivisione. Riteniamo che la popolazione deve rendersi conto del grave impatto sul futuro del territorio e non lasciarsi suggestionare da amministratori che si illudono di aver trovato la scorciatoia per una rendita economica senza sforzi. Invece essi trascineranno la propria terra verso il baratro del degrado, della svalutazione del territorio e dello spopolamento, come sta accadendo in tutti i paesi dell’Alto Vastese che hanno fatto la stessa sciagurata scelta.