Chieti. Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa colpiscono quasi 150.000 italiani, dei quali più di 3.000 sono abruzzesi. Amici Onlus organizza un incontro per accendere i riflettori su un gruppo di patologie ancora poco conosciuto che genera un elevato impatto sulla qualità della vita delle persone che ne sono colpite.
Sabato prossimo, 23 novembre, alle ore 9, presso l’Aula Congressi Cesi, in Via dei Vestini 31 a Chieti, si terrà un incontro di approfondimento sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino dal titolo “Mamma, bambino e tutela sociale”, promosso da Amici Onlus, Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (www.amiciitalia.net) in collaborazione con l’Unità di Endoscopia Digestiva dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti diretta da Matteo Neri. L’incontro si concentrerà soprattutto sull’incidenza di tali patologie nel rapporto con mamme e bambini. Sarà un’occasione di confronto tra clinici e rappresentanti dei malati sulle tematiche inerenti questo gruppo di patologie a elevato impatto sociale, che si pone l’obiettivo di migliorare l’assistenza ai pazienti e ridurre i disagi economici, fisici e psicologici che ne derivano. Nel corso dell’evento volontari, pazienti e professionisti del mondo sanitario si confronteranno per la messa a punto di una nuova strategia tesa al miglioramento dell’assistenza e, più in generale, della qualità della vita dei pazienti affetti da queste patologie. Colite ulcerosa e Malattia di Crohn sono patologie croniche che colpiscono l’intestino, con notevoli costi per chi ne è affetto e per l’intera società, legati non solo al trattamento medico o chirurgico necessario, ma anche alla riduzione della capacità lavorativa, alle difficoltà nelle relazioni sociali e al generale peggioramento della qualità di vita. Oggi, in Italia, si contano quasi 150.000 pazienti con malattia di Crohn e colite ulcerosa (le cosiddette “malattie infiammatorie croniche intestinali” o Mici), dei quali più di 3.000 sono abruzzesi. Si tratta solo di stime, poiché per le Mici manca un Registro epidemiologico, regionale o nazionale.