promozione e sostegno di iniziative per lo sviluppo di progetti concreti e fattivi basati sui principi
della “filiera virtuosa”, ovverosia attività e servizi basati sull’efficienza, l’efficacia, la trasparenza e
l’economicità, a vantaggio dei cittadini e della loro totale sostenibilità.
Quale primo progetto lo sviluppo della raccolta differenziata di qualità (Rdq) per il recupero di materie prime seconde omogenee (Mpso) da riciclo, quindi non più rifiuti, ma scarti che il cittadino produce giornalmente ben raccolti e separati al fine di essere predisposti per la loro vendita: quindi non più conferimento di rifiuti, ma solo di “materie” differenziate di qualità per il loro riciclo diretto “a filiera corta” in nuovi beni di consumo. L’avvio del progetto favorirà l’immediata riduzione della produzione di rifiuti e dei costi di smaltimento, nonché della nuova tassa comunale Tares come previsto dal Decreto Legge specifico n° 201 del 2011 affinché vengano premiate e incentivate congruamente le condotte virtuose e si sostenga questa nuova condizione di cambiamento cosicchè se fino a ieri si è pagato per conferire i propri rifiuti, oggi, ogni cittadino (o altra utenza in simil classificazione), nella sua posizione giuridico legale di “produttore e detentore”, potrà decidere di vendere le sue materie di scarto ben differenziate a società di servizio, meglio ancora se convenzionate con l’amministrazione locale”.
“Il nostro è un Comitato di reazione che non vuole più perdere tempo come si è fatto per anni nel nostro Comune ma ancora di più in tutto l’Abruzzo, spiega il
Presidente Annagrazia Matarrelli, soprattutto in un momento di declino e gravissima crisi e con i problemi di contingenza con i quali ogni cittadino deve far fronte ogni giorno. Ed è per questo che proponiamo subito una Petizione popolare di sensibilizzazione e un progetto di immediata realizzazione completo di previsione delle coperture economiche, per il totale azzeramento della produzione rifiuti e il
sostegno della RDQ di materie prime seconde omogenee (MPSO) che il cittadino, nella sua posizione giuridico-legale di “produttore e detentore”, potrà decidere di vendere direttamente alle imprese acquirenti, ancor meglio se convenzionate con il Comune. Quale conseguenza catalizzante si potrà avere la diminuzione o eliminazione della TARES per i cittadini più “ricicloni”, il miglioramento dei servizi anche con la costituzione di nuove micro-imprese di sostegno alle iniziative previste
sia per la selezione attenta delle materie (MPSO) che il loro riciclo per la produzione di nuovi beni di consumo, il pieno rispetto delle normative europee e delle leggi quadro di recepimento evitando le sanzioni previste. Questi sono i motivi e i presupposti per cui un gruppo di cittadini composto da liberi professionisti, imprenditori, casalinghe e giovani, disoccupati e precari, hanno costituito il Comitato Laboratorio Cittadino per il Bene Comune di Francavilla al Mare — e proposto un progetto ambizioso ma sicuramente determinante di questi tempi, come le Filiere Virtuose”.
“Oggi ogni Amministrazione comunale responsabile che abbia a cuore gli interessi economici e sanitari della propria cittadinanza, non può esimersi dal confrontarsi con una problematica reale, come quella dei rifiuti, interviene il Dott. Maurizio Rampazzo (relatore del progetto), che può essere affrontata in maniera efficiente ed efficace solo ed esclusivamente attraverso tre interventi oggi improrogabili: – promuovendo e sostenendo con soluzioni di premialità una “riduzione importante” dei rifiuti fino al raggiungimento dell’obiettivo “verso i rifiuti zero”; – applicando fedelmente e irrevocabilmente le Direttive europee in materia e le leggi nazionali di recepimento già da tempo definite evitando il perpetrarsi di libere, soprattutto furbe, interpretazioni di comodo clientelari tra l’ambito pubblico locale e l’ambito privato che sono in forte
contrasto non solo con le suddette normativema soprattutto con gli interessi collettivi di pubblica utilità — di cui l’Amministrazione comunale è il garante — e che
sono basati proprio sui principi di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità sempre a vantaggio del cittadino e di nessun altro; – sviluppando “filiere virtuose” con l’avvio di una seria raccolta differenziata “di qualità” (RDQ) delle materie omogenee di scarto post-consumo, cosi come sono e riducendo fortemente le lunghe filiere di trasformazione meccanica poiché nocive e comunque impattanti con l’ambiente, al fine rendere il rifiuto prodotto dal cittadino, o dalle attività d’impresa, una materia prima seconda omogenea da commercializzare per il suo immediato riciclo (quindi a filiera corta) e per nessun altro tipo di applicazione (come d’altronde definito nella Direttiva europea 2008/98/CEE quale ordine di priorità nelle gerarchie di applicazione per la gestione rifiuti). Quindi riassumendo: niente più rifiuti ma solo nuovi materiali utili differenziati che il cittadino e chi altri, attraverso il proprio Comune quale referente e garante delle trattative in conformità dei suddetti principi, può vendere alle aziende che li riciclano per la produzione di nuovi beni di consumo.
L’Abruzzo nonostante alcuni Comuni ricicloni ha una percentuale molto bassa di raccolta differenziata pari a circa il 38%, non superando il 65% che le normative definivano quale obiettivo per il fine anno 2012. Un ritardo che ha causato, insieme all’uso indiscriminato dello smaltimento in discarica, aumenti dei costi di servizio perché sanzionati, mantenendo attiva una politica del disincentivo alla RD che di fatto fa comodo solo ad “alcuni”, non di certo ai cittadini. E’ bene sapere che, nella primavera del 2007, la Corte di Giustizia Europea ha dato all’Italia e a diverse regioni fra cui in primis l’Abruzzo, sanzioni per il mancato rispetto dell’art. 14 della Direttiva Europea del 1999 sulla chiusura delle attività di discariche e omessi controlli. Sanzioni che grazie ad una ennesima sentenza del 2010 dalla stessa C. di G. Ue sono dell’ordine di 56 milioni di euro per il mancato rispetto della precedente
sentenza dell’Aprile 2007 e una seconda sanzione, che dobbiamo ancor oggi pagare, di circa 200 mila euro al giorno — a decorrere dallo stesso anno 2010 — fino ad avvenuti interventi di adeguamento prescritti. Senza più rifiuti — continua il Rampazzo — non ci saranno più tutti i costi previsti per la loro gestione e smaltimento in discarica, benché meno quelli per essere bruciati che, fra i trattamenti di trasformazione meccanica, il trasporto e il pagamento della impresa che li brucia, perché non vengono comperati, pesano per circa il 50% sugli oneri annui sostenuti dal cittadino. Tutti i servizi verranno migliorati poiché, grazie agli stessi cittadini, le imprese che oggi operano per il servizio rifiuti potranno recuperare maggiori percentuali di materie differenziate di qualità (non rifiuti), se non il 100%, contro uno scarso 15-20% e non di migliore qualità poiché compromesse durante il conferimento e i trattamenti di separazione, appunto, dagli stessi rifiuti. Senza più rifiuti si eviterà anche la costruzione di termovalorizzatori dedicati — già peraltro prescritto dalla Commisisione Europea nel termine ultimo di fine anno 2020 — per favorire al contrario, sarà il nostro maggiore impegno, investimenti per la realizzazione di nuove aziende di lavorazione dei materiali raccolti creando nuovi posti di lavoro e nuove vocazioni, consolidando la ricchezza territoriale V.R.T. (Valutazione della Ricchezza Territoriale), producendo nuovi beni di consumo che possono andare dalle stoffe, agli arredi urbani, a materiali edili di ultima generazione che presentano caratteristiche anti-sismiche, mobili, imballi per trasporti delicati, una infinità di altri prodotti da commercializzare in Italia e all’estero. Comune denominatore un reciproco scambio “do ut des” congruo e sostenibile fra i cittadini e le imprese per cui l’intera collettività sarà partecipe e sostegno alla produzione delle materie utili per i nuovi beni, ma anche al loro consumo, contribuendo cosi, oltre che ad un minor uso di materie prime vergini, alla chiusura del ciclo che costituisce una “vera filiera virtuosa” e la sua totale
sostenibilità. Il progetto prevede inoltre una approfondita informazione a favore
di tutta la cittadinanza “per non rimanere indietro” e in particolare nelle scuole, la creazione di ecocentri comunali e punti di conferimento presso gli esercizi commerciali o di servizio, una ecocard prepagata in dotazione a tutti
i cittadini francavillesi, giovani compresi, dove accreditare i ricavi dei materiali venduti oppure bonus economici di partecipazione ad eventi tematici come ad esempio:
una “giornata ecologica” avendo contribuito a ripulire le nostre spiagge. Il progetto presenta molte peculiarità e vantaggi per l’intera collettività e non ultimo quello politico
per l’Amministrazione comunale quale Ente promotore di un rinnovamento che invitiamo a ben considerare quale “giusta opportunità” dettata dal momento storico che stiamo vivendo. I ricavi economici derivanti la vendita favoriranno quindi il miglioramento non solo di tutti i nuovi servizi previsti per la RDQ e l’indotto generato, ma anche dei rapporti di contribuzione fra il cittadino e il Comune con la riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti a carico di quest’ultimo — poiché notevolmente minori o addirittura azzerati — e una più conveniente misura dei tributi che il cittadino dovrà sostenere a favore della Amministrazione comunale e che si ridurranno principalmente ai soli costi di ordinaria gestione delle funzioni dell’Ente”.
La Presidente Matarrelli conclude dando informazione che è in corso anche una Petizione popolare di sensibilizzazione da consegnare all’Amministrazione comunale di Francavilla, quale ulteriore elemento catalizzante l’iniziativa: “stiamo raccogliendo le firme insieme ai nostri concittadini da consegnare al nostro Sindaco Luciani al fine di chiarire l’interesse dei Cittadini di Francavilla per la richiesta di immediata apertura di un tavolo collaborativo di attuazione dei nuovi servizi RDQ e l’applicazione delle riduzioni, o anche esenzioni, previste per la nuova tassa rifiuti comunale TARES dal
suddetto Decreto Legge. Gli obiettivi della iniziativa inoltre, saranno efficaci anche con entrata in vigore della TRISE nel 2014, o comunque si chiamerà. I concittadini troveranno documentazione informativa presso tutti gli esercizi della città e, durante i banchetti che di volta in volta saranno promossi, opereremo anche convegni e una dimostrazione di conferimento delle sole materie plastiche grazie all’adesione di società locali specializzate che gestiranno il servizio di stoccaggio temporaneo e trasporto. I ricavati di questo primo esempio saranno devoluti in beneficenza e saranno comunque un primo esempio di quali valori economici possono essere raggiunti con l’avvio dei nuovi servizi RDQ. Quindi invitiamo tutta la cittadinanza francavillese a partecipare numerosa per questo 1° importante cambiamento, ogni fine settimana e per tutto l’anno 2013, in Piazza Sirena. Poiché le iniziative sono state
considerate di particolare interesse, hanno dato disponibilità di adesione agli eventi diverse associazioni di categoria e gruppi politici tra i quali: l’Ass.ne Codici Abruzzo “Per i Diritti del Cittadino”, l’Ass.ne Codacons (Prov. CH) “Tutela dei Cittadini,
Consumatori e Piccole Imprese”, il MoVimento 5 Stelle di Francavilla al Mare”.
La Petizione è in corso di avvio anche in altri Comuni abruzzesi.