Marchionne, accolto dagli applausi degli operai in tuta bianca e grigia, ha affrontato nel suo discorso diversi temi, relativi al quadro nazionale, partendo dal presupposto che “Prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia, abbiamo bisogno di poter contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo chiaro ed affidabile”.
Immancabile il riferimento all’eterno conflitto con la Fiom targata Landini, a proposito del quale ha dichiarato che “abbiamo bisogno di sapere che gli accordi vengano rispettati, che vengano riconosciute e tutelate la libertà di contrattazione e la libertà di fare impresa, come avviene nei Paesi di normale democrazia. Sarei un ingenuo se non sapessi che, come industriale, appartengo ad una categoria cui spesso è stato fatto carico di aver determinato lacerazioni e contrasti nel tessuto sociale del Paese. Ma gli atti della Fiat, il coraggio che stiamo dimostrando, scommettendo e investendo sull’Italia, sono una prova tangibile del nostro impegno e della nostra forza unificatrice che l’industria può rappresentare per il Paese. I nostri lavoratori, quelli già rientrati in fabbrica e quelli per i quali stiamo costruendo la possibilità di farlo, sono un pezzo importante dell’Italia. Sono loro che stiamo cercando di tutelare. Non è solo vero che la Fiat è in questo Paese da 114 anni, è vero soprattutto il contrario: da più di un secolo c’è il Paese dentro la Fiat. Ci sono le aspirazioni, le qualità e l’energia del popolo italiano. E’ per loro che chiediamo rispetto e certezze”.
Sulla questione ‘crisi economica’, poi, Marchionne ha auspicatoper l’Italia un “patto sociale”. “Il vero punto di svolta, per il nostro Paese è ritrovare uno spirito comune, uno scatto d’orgoglio da parte di tutti. Abbiamo bisogno di un grande sforzo collettivo, per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare all’Italia la possibilità di andare avanti. Una specie di patto sociale che cancelli le opposizioni e le distinzioni, ideologiche e non, tra le varie fazioni. Dobbiamo varare un piano di coesione nazionale per la ripresa economica. Tutti devono partecipare: la politica, i sindacati, le imprese, le università, le associazioni di categoria. Tutti dobbiamo lavorare ad un grande progetto di rilancio, verso un obiettivo che non sia l’interesse di una o dell’altra parte, ma quello più alto di ridare fiducia e prospettive all’Italia”.
E poi, l’annuncio che tutti, nello stabilimento di Atessa, aspettavano: l’investimento da 700milioni di euro, che saranno spalmati in cinque anni e permetteranno alla Sevel di “confermarsi sempre di più uno stabilimento automobilistico all’avanguardia nel mondo”, come si legge in una nota del Lingotto.
Gli investimenti, di cui 550 milioni di euro provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni di euro da Psa, prevedono l’inserimento di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura in verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica e predisporranno lo stabilimento per la produzione di una più ampia gamma di prodotti. Lo stabilimento Sevel Val di Sangro, una joint venture paritetica tra Fiat Group Automobiles e Psa-Peugeot Citroen, è stato inaugurato il 28 novembre 1981 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini alla presenza del presidente della Fiat, l’avvocato Giovanni Agnelli. Attualmente, nell’impianto vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper. Ad oggi sono oltre 4,5 milioni i veicoli prodotti nello stabilimento, che occupa oltre 6.000 persone, rappresentando la più importante realtà industriale dell’Abruzzo. La capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all’anno su tre turni lavorativi per cinque giorni alla settimana.
IL COMMENTO DI SILVIO PAOLUCCI, SEGRETARIO REGIONALE PD
“Le parole di Sergio Marchionne sui nuovi ingenti investimenti in Sevel sono importanti e danno un segnale di ottimismo di cui l’Abruzzo ha bisogno. Alle istituzioni il compito di migliorare la dotazione delle infrastrutture a partire da un dignitoso collegamento Tirreno-Val di Sangro. In questo senso le parole d’ordine utilizzate, ovvero velocità e cambiamento, rappresentano una sfida per tutta la nostra comunità. Per gli abruzzesi Sevel non è solo uno stabilimento industriale, ma è la condizione perché resista un’ipotesi di sviluppo economico nella regione ed è per questo che saremo presenti al fianco di lavoratori e imprese dell’indotto”.
CAMILLO D’ALESSANDRO, CAPOGRUPPO PD IN REGIONE
“Invierò l’intervento di Marchionne alla Presidente della Camera Boldrini, affinché possa comprendere fino in fondo la gravità del suo gesto fondato su luoghi comuni smontati dalla realtà dei fatti. La Fiat ha investito in Sevel oltre 700 milioni in innovazione, impianti e ricerca che rendono lo stabilimento in Val di Sangro primo in Europa. In Italia la Fiat ha investito, dal 2004 ad oggi, oltre 23 miliardi di euro a fronte di poco più di 740 milioni avuti dallo Stato, nel momento peggiore per il mercato nazionale ed europeo che non giustificherebbero la presenza industriale in Italia. Proprio l’espansione ha consentito di prendere altrove per mantenere qui. L’Abruzzo deve fare la sua parte, è incredibile che Chiodi non abbia inserito tra le opere prioritarie, quelle del pacchetto infrastrutture tanto decantate per cui sarebbero disponibili oltre 240 milioni, il completamento della Fondo Valle Sangro, che fa perdere tempo e soldi, quindi competitività , al sistema produttivo in Val di Sangro”.
ENRICO DI GIUSEPPANTONIO, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CHIETI:
“Le prospettive di sviluppo industriale esposte oggi dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, mi lasciano soddisfatto e mi fanno ben sperare per il futuro della nostra terra, che con Sevel rappresenta da decenni un punto di riferimento nel settore dell’automotive per l’intera Europa. 700 milioni di investimenti nell’arco di cinque anni significano tanto – prosegue il Presidente Di Giuseppantonio – e rendono chiare le strategie del gruppo in Val di Sangro: è evidente infatti che l’obiettivo è restare all’avanguardia nell’automotive e rendere ancor più efficienti i processi produttivi del Ducato, veicolo leader nella sua categoria. Dopo oltre trent’anni le politiche industriali adottate nel nostro distretto industriale incidono ancora su quanto avviene nel resto dell’Europa. Accolgo l’appello che Marchionne ha lanciato per avviare un percorso serio e definitivo che punti alla coesione nazionale – prosegue il Presidente Di Giuseppantonio – e a un patto chiaro e rispettoso tra parti sociali e istituzioni, rilanciando la stagione dei diritti e dei doveri. Come Presidente della Provincia di Chieti, unitamente ai Sindaci dell’intero territorio, confermo la disponibilità per fare la nostra parte, in sinergia con gli altri attori del territorio, per fare quei grandi passi avanti che si aspettano le grandi aziende che potrebbero insediarsi in Val di Sangro: parlo di un sistema di infrastrutture nel suo complesso adeguato ai tempi e che sia in grado di rispondere alle esigenze che le nuove tecnologie impongono ai processi produttivi. Noi amministratori, Comuni, Provincia e Regione, dobbiamo impegnarci in un pressing costante verso il Governo centrale, affinché ponga in essere tutte quelle azioni per rilanciare definitivamente il percorso di crescita della nostra regione. Nel rivolgere un plauso particolare anche al management locale, voglio infine rivolgere un invito all’ad del gruppo di Torino – conclude il Presidente Di Giuseppantonio – Si salvaguardino l’Abruzzo e gli abruzzesi che ogni giorno contribuiscono a rendere Fiat una grande realtà globale. L’ho sempre sostenuto e oggi sono ancor più convinto del fatto che quando l’Abruzzo gioca in squadra, è capace di fare grandi cose. E i risultati non tarderanno”.