“Dalla sua visita nel nostro stabilimento – prosegue la lettera – nostro perché noi tale lo riteniamo per tutto quello che abbiamo fatto: per il suo insediamento, la sua vita e soprattutto per le sua costante crescita produttiva e occupazionale, ci aspettiamo risposte concrete alle tante domande sul futuro produttivo e occupazionale, a partire dalle alleanze per il nuovo veicolo che dovrà sostituire X 250. Sul territorio e tra le istituzioni circolano diverse versioni su quanto verrà a dire. Se verrà annunciato il restyling dell’attuale veicolo, questa è una notizia positiva, i lavori sono già in corso. La Val di Sangro e l’intero Abruzzo si aspettano e meritano di più. Questa fabbrica, per garantire il futuro occupazionale anche a quei circa 1000 giovani che non sono stati riconfermati e la sua missione all’interno del gruppo Fiat per produrre un veicolo commerciale appetibile sul mercato, in grado di saturare gli impianti, ex progetto 300.000, ha bisogno di una conferma di un’alleanza o di una nuova, con partner di livello internazionale che abbia già sbocchi sui vari mercati mondiali. Per avere queste prospettive bisogna da subito programmare un congruo investimento che nel giro dei tempi tecnici di progettazione e industrializzazione metta in campo il nuovo Ducato. Così com’è stato per gli oltre 30 anni di vita di Sevel, la Fiom sarà pronta a questa nuova sfida, ma la direzione aziendale deve riconoscere i diritti democratici e le libertà dei lavoratori. Bisogna assumersi le reciproche responsabilità necessarie a mantenere e far crescere le ottime performance di produttività investendo anche per il miglioramento delle postazioni di lavoro nel pieno rispetto della salute e della sicurezza. Per la storia e per il peso finanziario che il fatturato di Sevel ha avuto ed ha all’interno del gruppo Fiat, anche in questo difficile momento di vendita di auto, frutto dei sacrifici , disponibilità e professionalità delle maestranze Sevel, non può sfuggire un riconoscimento economico, ex Pdr, da concordare in un confronto sindacale di secondo livello, così come previsto dal contratto nazionale del 2008 a cui la Fiom parteciperà a pieno titolo. Non si può dimenticare che con l’introduzione del Ccsl vi è stato una riduzione dei diritti sindacali, economici e normativi da recuperare al più presto con la contrattazione vera, quella che ora non esiste più”.