Un’area che, sebbene formalmente costituita da ormai 12 anni, non è in realtà mai nata proprio per la mancata perimetrazione e che, ad oggi, non ha ancora nemmeno un commissario.
Per questo motivo Legnini riunirà i politici abruzzesi presenti nella Capitale. A loro il WWF lancia l’appello, sperando che la loro azione spinga il Ministero dell’Ambiente a nominare un commissario che non debba esercitare il suo ruolo con precisi termini temporali, per deliberare finalmente sulla perimetrazione, sentiti i Comuni interessati.
“L’ennesima norma di rinvio sarebbe uno schiaffo per le decine di migliaia di persone che hanno sfilato a Pescara contro il progetto Ombrina e a favore di un futuro di tutela per la costa teatina – commenta in merito Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo -. La vergogna del mancato rispetto di una norma di legge deve finire. Le istituzioni locali, in particolare la Regione, hanno avuto tutto il tempo per esprimersi e non lo hanno fatto. Non si può pensare che le decisioni si possano prendere sempre e soltanto all’unanimità, né che uno o due Comuni possano avere nei fatti “potere di veto” sulle politiche nazionali di conservazione della Natura. Sottolineo in ogni caso che tutti i comuni della costa dei trabocchi sono comunque favorevoli a una politica di sviluppo del territorio diversa da quella del distretto minerario e lo hanno dimostrato sfilando compatti il 13 aprile a Pescara. Anche per questo è ormai tempo di decidere: una nuova proroga alla scadenza del 30 giugno per il commissariamento è per noi semplicemente inimmaginabile. Sarebbe una vera e propria resa delle istituzioni e un segno di irresponsabilità. Si nomini, quindi, come Commissario una persona di grande spessore, garante di una perimetrazione corretta sotto il profilo ambientale e paesaggistico. Il WWF, assieme alle altre associazioni, da anni ha avanzato una sua proposta; il Ministero ha dato proprie indicazioni di massima bocciando l’assurdo “parco a isole” proposto dalla Regione; diversi Comuni hanno deliberato indicando confini: c’è già materiale sul quale lavorare e in poche settimane si può cogliere il risultato e far uscire Parco da un limbo nel quale assurdamente è stato tenuto per dodici anni con un danno anche economico immenso (si pensi anche soltanto ai contributi annuali stanziati e mai utilizzati), un danno che l’Abruzzo non vuole e non può più permettersi”.