Chieti. “Quando sentiamo la parola ‘circo’, subito il nostro pensiero ci trasporta in un grande tendone colmo di risate e stupore offerto da allegri gitani che regalano uno spettacolo fatto essenzialmente di antico divertimento tramandato da generazioni”.
Così in una nota Giorgio De Luca dell’associazione Theriakà che aggiunge: “Purtroppo però Le risate e lo stupore sul viso dei bambini coprono le sevizie fisiche e mentali di animali rinchiusi, ogni giorno per 20/30/40 anni, in piccole gabbie costretti a subire abusi quotidiani fatti di scappellotti, pugni, pungolature, uncinate, frustate o bastonate senza potersi muovere, sdraiarsi o girarsi perché legati con catene lunghe 1.5 – 2.5 mt. Come se ciò non bastasse, gli animali del circo sono costretti a viaggi lunghi ed estenuanti, sotto il sole cocente o sotto la pioggia e la neve. Gli animali reagiscono alla frustrazione dei loro istinti naturali, allo stress causato dalla prigionia e dalla ripetizione di movimenti stereotipati sviluppando problemi nervosi, che talvolta possono portare a comportamenti aggressivi. Il circo ha perso il suo fascino quando è diventato un’impresa commerciale disposta a tutto, anche al maltrattamento degli animali per produrre utili. Ormai grazie ad internet e finalmente ai telegiornali nazionali stanno venendo alla scoperta centinaia di casi di maltrattamenti di animali nei circhi e zoo. Sempre più attivisti si introducono in queste realtà e riesco a documentare con video e foto cosa accade davvero in questi luoghi di falso divertimento. A Chieti – continua De Luca – siamo ancora in attesa, da ben due anni, dell’ordinanza promessa dal sindaco Di Primio che pochi giorni fa, sul suo profilo Facebook, dopo l’ennesima sollecitazione della onlus ha risposto che aveva dato disposizione di predisporre da subito l’ordinanza che condivide nella finalità e che risolleciterà. Staremo a vedere ancora per quanto tempo dovremo aspettare. Per concludere, ricordiamo che a livello pedagogico come sottoscritta dalla psicologa Annamaria Manzoni le conseguenze della frequentazione dei bambini di zoo, circhi e sagre in cui vengono impiegati animali i quali sono privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie non permettono di favorire la conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di un’educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia In fine – termina De Luca – l’associazione sarà presente sabato 27 e domenica 28 dalle 16 alle 19 davanti al circo Togni a Chieti scalo per un presidio pacifico e per dissuadere, con materiale informativo, le persone dal fare visita agli spettacoli dei circensi”.