Sette posti di lavoro a rischio alla Cerella di Vasto

arpaVasto. La Cerella di Vasto, azienda di trasporto pubblico locale controllata da Arpa, procederà al licenziamento di sette operatori di esercizio a partire dal 1° gennaio, a seguito della dismissione di cinque autolinee, come la Termoli – Roma, Campobasso – Napoli, Isernia—Campobasso, Agnone – Roma, Agnone – Napoli.

Ai sensi dell’articolo 4 legge 223/ 1991, il presidente dell’azienda vastese Massimo Cirulli ha provveduto ad inviare nella giornata odierna una comunicazione a tutti gli interessati, cioè alle segreterie provinciali e regionali dei trasporti di Cgil-Cisl, Uil, FAISA-Cisal, Ugl, ai presidenti ed agli assessori ai trasporti delle Regioni Campania e Molise, alla Direzione Generale del Ministero dei Trasporti, alle Direzioni Regionali del Lavoro di Napoli e di Campobasso, ai coordinatori dei trasporti delle regioni Molise e Campania, al presidente ed all’assessore ai Trasporti della Regione Abruzzo.

Nella lettera, inviata dopo una riunione sindacale svoltasi questa mattina a Chieti, Cirulli spiega le motivazioni di tale scelta divenuta “inevitabile, dopo le non poche vicissitudini che la Cerella ha dovuto affrontare per tentare di far fronte alla gestione fortemente deficitaria delle linee dismesse”. Con un dettagliato excursus, Cirulli illustra tutte le fasi che hanno portato alla decisione di licenziare i sette addetti. Infatti, “non è stato possibile ripianare la perdita strutturale di 500 mila euro annui relativi alla gestione delle linee ministeriali, né con i piani di razionalizzazione messi in atto dall’associazione temporanea di imprese costituita con vettori locali, a cui la Cerella aveva affidato i servizi in questione, né con la successiva gestione diretta da parte di un’azienda molisana, ATM spa, durata circa dieci mesi. Le pesanti perdite delle autolinee dismesse hanno deteriorato il patrimonio della azienda vastese con ricadute negative per la sua controllata, Arpa spa, che è stata costretta a svalutare la propria partecipazione societaria. Pertanto, l’unico percorso possibile” ha concluso Cirulli “resta il licenziamento, considerato che il settore del trasporto pubblico locale non beneficia del collocamento in mobilità dei lavoratori in esubero, con conseguente trattamento salariale di integrazione straordinaria a beneficio degli interessati. A ciò si aggiunga l’impossibilità di una ricollocazione all’interno dell’azienda nella quale non vi sono carenze di organico né sono previsti pensionamenti di personale, essendo stati posti in quiescenza quattro lavoratori nel 2012”.

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