Chieti. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e Adiantum, dopo aver fatto visita alla cooperativa Lilium di Chieti (per verificare i recenti esposti sulla comunità da parte dell’avvocato Francesco Miraglia per reati connessi a droga e abusi sessuali e letto l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Rita Bernardini, hanno lanciato un appello alla politica e alle autorità affinché si risolva velocemente la situazione dei ragazzi che si trovano nella cooperativa psichiatrica per minori Lilium di San Giovanni Teatino.
In seguito alla visita, infatti, i responsabili delle associazioni nutrono il forte sospetto che i maltrattamenti di cui era stata accusata l’ex cooperativa Cearpes e che avevano portato alla sua chiusura stiano continuando anche nell’attuale comunità. Inoltre non sarebbe ancora chiaro se ci sono dei procedimenti in corso sugli ex operatori o dirigenti della ex cooperativa Cearpes e che ora lavorano alla Lilium, in particolare l’attuale direttore. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha presentato un esposto denunciando quanto è stato possibile osservare durante la visita che non è stata soddisfacente. L’atteggiamento dei responsabili della comunità sarebbe apparso omertoso e conflittuale e non sarebbe stato possibile visitare tutta la struttura e vedere tutti i ragazzi e le attività. Ma i responsabili della comunità avrebbero ammesso di ricevere ben 400 euro al giorno. E nonostante tutti questi soldi spesi avrebbero visto dei ragazzi chiusi nelle loro stanze con quattro ragazzi per stanza in due letti a castello, senza comodini, armadi, libri, computer; ragazzi completamente sedati che al pomeriggio vanno a fare un sonnellino dopo mangiato come i bambini dell’asilo. Una ragazza molto esile e magra che non appena è stata aperta la porta avrebbe tentato subito di scappare e che tirava i capelli alla psichiatra che l’avrebbe presa per farsi liberare senza neppure avere la forza di gridare. Il grande silenzio che notato all’interno della comunità, ha impressionaro i responsabili delle associzioni.
“Purtroppo abbiamo dovuto assistere a queste scene senza poter far nulla. Ma lanciamo un appello alle autorità affinché intervengano velocemente per verificare la situazione di questi ragazzi” ha dichiarato Silvio De Fanti del CCDU. “Non è possibile tollerare una situazione in cui per 400 euro al giorno dei ragazzi vengono ‘parcheggiati’ in una struttura che assomiglia molto ai manicomi che in passato abbiamo visitato negli anni ’90 e che invece di occuparsi concretamente dei ragazzi mantiene una responsabile del marketing. A cosa serve una responsabile del marketing? Perché ammettono candidamente che alcune situazioni sono spesso senza speranza e non cercano invece di aiutare i ragazzi ad avere una speranza? Credo che perderei le speranze anch’io in un luogo del genere”.
La delegata di Adiantum e consigliere comunale di Trento Gabriella Maffioletti, che si sta occupando della comunità in seguito alle segnalazioni sulla comunità da parte di alcuni ragazzi di Trento, ha confermato lo stato delle cose rappresentato in questo sintetico comunicato. “Come delegata di Adiantum devo dire che comunità dedicate al recupero dei minori in situazioni di disagio e difficoltà sociale, devono assolutamente rispondere agli standard ottimali improntati alla qualità, efficienza e funzionalità cui devono ispirarsi gli enti, soprattutto Onlus come in questo caso, che svolgono funzioni dirette al soddisfacimento e al raggiungimento di finalità di reale recupero sociale. Non è questo il caso della cooperativa Lilium, struttura non solo degradata come ambiente nel suo insieme di habitat residenziale, ma soprattutto nell’ambito socio-assistenziale e sanitario in genere che ho trovato preoccupante per l’impatto sicuro di invasività e di totale contrasto in ordine ai diritti inviolabili dei cittadini. Quel poco che ho visto, come semplice osservatore, mi ha rimandato un’immagine di struttura ‘lager’ dove regna un’omertà sovrana, dove i ragazzi pare siano dei chiari strumenti per foraggiare un sicuro volume d’affari e dove ogni uomo e ogni donna a conoscenza di questa realtà dovrebbe nel suo semplice ruolo impegnarsi per tirar fuori da lì questi ragazzi”.
“Si fa notare” spiegano i responsabili delle associazioni “il fatto che nessuno dei dirigenti della cooperativa Lilium era presente alla conferenza nonostante il nostro invito. Al loro posto si sono presentate alcune hostess, probabilmente dipendente di un’agenzia di marketing, che hanno distribuito ai giornalisti una cartellina molto ben curata e probabilmente anche molto costosa ma piena di banalità, accuse puerili e riferimenti presi in modo confuso dal web, e anche alcune cantonate, tipico atteggiamento di chi avendo la coda di paglia per difendersi getta fango sulla controparte. Dove hanno preso i soldi per effettuare quest’azione di marketing? Mentre l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena ci ha informati degli esposti che ha presentato nei confronti della comunità psichiatrica per minori su segnalazione di alcuni ex ospiti della comunità. Le osservazioni principali denunciate nell’esposto sono le seguenti: locali adibiti a uffici e accoglienza del pubblico fuori norma con soffitti di altezza di circa 2,00 metri e una trave ad un’altezza di circa 1,70 metri; nessuna attività ricreativa, educativa, di formazione professionale, didattica, riabilitativa, ecc. in atto per tutta la durata della visita. Locali e attrezzature per tali attività palesemente inutilizzati da tempo; locali, strutture, stanze, generalmente sporchi, squallidi, poco arredati, inadatti per un recupero di persone con disagi psichici; ragazzi e ragazze chiusi a chiave nelle loro stanze per tutta la durata della visita (circa 3 ore). Alte recinzioni per impedire ai ragazzi di uscire. Porte degli alloggi e porte esterne chiuse a chiave; ragazzi e ragazze pesantemente sedati, tristi, intimoriti; ragazzi che dormivano di primo pomeriggio in locali angusti, senza lenzuola e cuscino; stanze dei ragazzi senza comodini, apparecchi musicali, armadi, librerie, ecc. Ci auguriamo che le autorità si occupino velocemente della vicenda. Non possiamo attendere i tempi delle inchieste parlamentari e della procura. Prima ancora di un problema penale è un problema di civiltà, decenza e di tutela della salute e non possiamo permettere che nel 2012 dei ragazzi vengano tenuti in quelle condizioni”.