Lanciano. Sabato mattina, come tutte le mattine, un agente di Polizia Penitenziaria era impegnato nelle operazioni di controllo delle inferriate, un’operazione di routine a tesa a prevenire tentativi di evasione mediante la battitura delle sbarre alle finestre; ovviamente l’operazione va effettuata con i detenuti presenti in cella.
Improvvisamente un detenuto gli si è scagliato addosso intimandogli di consegnargli il “ferro” della battitura, l’agente ha opposto una strenua resistenza, ma la differenza di corporatura ed il fatto che l’aggressione avvenisse all’interno di una cella ha reso inutile la resistenza ed impossibile l’intervento degli altri agenti presenti nel corridoio.
Una volta entrato in possesso del pericoloso attrezzo il detenuto ha cercato di aggredire nuovamente l’agente, che prontamente ha chiuso il cancello della cella bloccando sul nascere quella che poteva diventare qualcosa di peggio. Inviato al locale pronto soccorso l’agente ha avuto una prognosi di 15gg e probabilmente gli è andata anche bene.
Quello che proprio non riusciamo a comprendere è la strana gestione di questo tipo di detenuti, invero questo detenuto venne arrestato proprio per un episodio particolarmente violento aggressivo e apparentemente immotivato, eppure una volta giunto a villa stanazzo è magicamente rinsavito, forse……
Per la cronaca non è chiaro se il detenuto sia ancora in possesso dell’oggetto oppure se è stato riconsegnato agli agenti…. Solo pochi giorni fà lo stesso detenuto aveva rifiutato di rientrare in cella, allora si è scelto di lasciarlo aperto per ben 2 giorni e 2 notti tanto, non è aggressivo ci avevano detto….. Lungi da noi entrare nelle scelte gestionali del Comandante, del Direttore e dello stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma quando si tratta della sicurezza dei lavoratori non possiamo e non vogliamo esimerci dalla necessaria tutela dei lavoratori.
Come non possiamo astenerci da alcune osservazioni, assodato che quel detenuto ha dato, diffusamente, segni di squilibrio, questi sono stati sottovalutati? E’ stato sottoposto a visita psichiatrica? La Polizia Penitenziaria è stata messa in grado di gestire in sicurezza questo ristretto? Sono stati tenuta in debita considerazione i precedenti del detenuto? Scegliendo di gestire in modo “diverso” quel detenuto si è tenuto conto dei rischi per il personale??
Qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare nonostante le rassicurazioni che riceviamo ad ogni nuovo caso, peraltro vi è stato un timido tentativo di riorganizzare l’istituto a tutt’oggi in corso d’opera è che si dimostrato totalmente inefficace. Immediatamente abbiamo convocato per giovedì un direttivo regionale della UIL-PA Polizia Penitenziaria Abruzzo dove saranno valutate le modalità di tutela dei lavoratori che, non possono e non devono essere mandati allo sbaraglio per scelte gestionali “troppo innovative”; ovviamente qualora dovessimo ritenere che vi siano responsabilità o omissioni sarà nostra cura agire in ogni sede a tutela dei lavoratori. È arrivato il momento di smettere di puntare il dito sempre e solo contro la Polizia Penitenziaria!!