Cheti. “Fabrizio Pellegrini torna libero, grazie a una riduzione della pena pari a un anno”.
E’ quanto comunica Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi e difensore del pianista teatino malato di fibromialgia, la cui odissea sanitaria e giudiziaria nasce dalla necessità di curare la patologia di cui soffre mediante farmaci a base di cannabis, che lo aveva spinto alla coltivazione domestica.
“La riduzione di nove mesi era stata già concessa a seguito dell’accoglimento del ricorso da noi proposto. La Corte d’Appello de L’Aquila – Giudice dell’esecuzione penale, presieduta dal dottor Aldo Manfredi, ha infatti riconosciuto il regime del ‘reato continuato’ tra le due condanne in espiazione, considerandole come espressione di un unico ‘disegno criminoso’: quello di procurarsi, tramite la coltivazione domestica, la sua medicina”, spiega Di Nanna. “Grazie alla liberazione anticipata di tre mesi per buona condotta concessa dal magistrato di sorveglianza di Bologna, oggi, 28 luglio, Fabrizio finisce quindi la pena con un anno di anticipo”.
“Resta irrisolto il problema dell’accesso alle cure che finora gli è stato negato. Qui le responsabilità sono di chiara natura politica e imputabili unicamente all’attuale Giunta che, è bene ricordarlo, con un provvedimento a firma del commissario ad acta Luciano D’Alfonso ha escluso gli indigenti malati di fibromialgia dalla erogazione gratuita dei farmaci a base di cannabis, violando apertamente la legge Acerbo già disapplicata da anni. La legge infatti non prevede che le medicine siano erogate a discrezione della Giunta, bensì del medico curante. La prossima settimana accompagnerò Fabrizio presso la ASL di Chieti a presentare l’ennesima richiesta di erogazione a titolo gratuito del farmaco”, conclude l’avvocato.