Stipulata intesa per la Costa dei Trabocchi

Chieti. La valorizzazione della costa dei trabocchi passa attraverso la qualità delle acque marine e fluviali. Questo è il tema dell’incontro tenutosi oggi 24 luglio in Camera di Commercio di Chieti alla presenza dei sindaci, amministratori dei comuni della Costa dei Trabocchi e della Capitaneria di Porto di Ortona che ha portato alla sigla di un protocollo di intesa per la realizzazione del contratto di costa e che nei prossimi giorni porterà alla definizione delle prime azioni da mettere in campo.

L’incontro odierno, che fa seguito all’adesione formale dei mesi scorsi di tutti i comuni costieri all’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Chieti e dal FLAG Costa dei Trabocchi, ha permesso di porre l’attenzione sulle opportunità offerte dal “contratto di costa” per la salvaguardia dell’ecosistema marino e delle sue risorse e dalle opportunità finanziarie collegate che permetteranno di affrontare il tema della valorizzazione e dello sviluppo economico in chiave di sostenibilità ambientale. E’ emerso fondamentale il lavoro di continuo coinvolgimento di tutti i soggetti che a vario titolo intervengono sul tema della qualità delle acque fluviali e del mare con progetti integrati e condivisi.

“Il tema della qualità ambientale della costa, ha affermato Roberto Di Vincenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, è trasversale a tutte le azioni di valorizzazione della Costa dei Trabocchi, in primis la realizzazione della pista ciclopedonale della Via Verde. Il Masterplan che stiamo mettendo in campo per la Costa dei Trabocchi sarà il collante tra i vari strumenti (GAL, FLAG, fondi europei) per un progetto unitario sulla Costa dei Trabocchi e anche tramite il contratto di costa stiamo riuscendo a coordinare tutti gli interventi”.

Gli aspetti tecnici relativi al percorso da realizzare per la stipula del contratto di costa sono stati affrontati da Marialuce Latini di Edenia Soc. Coop. mentre Tommaso Pagliani, coordinatore scientifico CDCA Abruzzo, si è soffermato sull’analisi degli strumenti di finanziamento degli interventi che, data la volontarietà del contratto di costa, permetteranno di dare forza e sostanza alle azioni.

Soddisfazione per l’iniziativa da parte delle amministrazioni comunali rappresentate da Enrico Di Giuseppantonio, sindaco del comune di Fossacesia, Leo Castiglione, sindaco del comune di Ortona, Emiliano Bolzelli, sindaco del comune di San Vito Chietino, Silvana Priori, sindaco del Comune di Torino di Sangro, Sandra Ferri, assessore al Commercio e Demanio del comune di Francavilla al Mare, Fabio Caravaggio, consigliere del comune di Rocca San Giovanni con delega all’Ambiente, Marcello Tonino, assessore alle Attività Produttive del comune di San Salvo (assente il comune di Vasto per concomitante consiglio comunale). La primaria attenzione posta dagli amministratori è sulle attività di depurazione dei fiumi, sulle procedure per l’ottenimento della bandiera blu che chiede il coinvolgimento al progetto anche della SASI SpA e degli Enti di Ambito territoriali. La recente proposta di istituzione di Zone Economiche Speciali per Ortona sarà, inoltre, uno dei temi che la cabina di regia affronterà in fase di definizione del Piano d’Azione del contratto di costa.

La cabina di regia del costituendo contratto di costa procederà ora al coinvolgimento dei portatori di interesse che hanno a cuore l’ambiente marino e promuovono la sostenibilità e l’integrazione tra la terra ed il mare come motore dello sviluppo economico e in accordo con la Regione Abruzzo che sul tema del contratto di fiume ha attivato diverse azioni a supporto delle numerose iniziative locali.


Cosa è il contratto di costa.
Negli ultimi anni diversi programmi sono venuti a sostegno dell’azione delle amministrazioni comunali per la tutela e la salvaguardia dei fiumi e della costa. Tra questi, il contratto di fiume (di costa e di lago), sta entrando nell’agenda politica dei nostri sindaci. Introdotto nel Testo Unico Ambientale a fine 2015, è uno strumento volontario che si realizza tramite un approccio integrato e partecipativo dei portatori di interesse pubblici e privati, quali enti locali, operatori commerciali, associazioni di cittadini che vogliono essere parte attiva nella costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e condiviso attraverso la definizioni di obiettivi comuni e approccio integrato della normativa e delle azioni da intraprendere. Il contratto di fiume ha l’obiettivo di regolare le attività poste per la riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee, per la creazione ed individuazione di obiettivi comuni con altre normative europee che promuovono l’utilizzo di strumenti di governance e sussidiarietà per attuare le politiche ambientali. Nello specifico i contratti di fiume si ispirano alla Direttiva Quadro 2000/60/CE.Gli interventi troveranno i finanziamenti per la loro realizzazione nel Documento di Programmazione Economico Finanziario Regionale 2015-2017, nel Piano di Sviluppo Rurale, nello Sblocca Italia con l’art. 7, nei programmi comunitari LIFE, IPA e MED. Ogni contratto potrà quindi essere un autonomo attrattore di fondi per finanziare gli interventi previsti nello specifico programma di azione che, in forza del suo integrare gli interventi, ne potrà modulare tempi e modi.

Come si attiva un contratto di fiume/costa/lago.
I soggetti aderenti al contratto di fiume definiscono un Programma d’Azione condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. L’intero processo sarà supportato da una Cabina di Regia, organo politico?decisionale, composta dai referenti delle amministrazioni coinvolte, da una Segreteria Tecnica, organo esecutivo avente funzioni di supporto alla cabina di regia composta dai referenti tecnici e da un’assemblea composta dai vari portatori di interesse locale nella forma di organizzazioni legalmente costituite. E’ chiaramente evidente la forma partecipativa richiesta. Non è prevista l’adozione di provvedimenti autoritativi centralistici poiché è uno strumento di programmazione negoziata e partecipata che permetterà di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di pubblica utilità, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale” (2° World Water Forum, marzo 2000).

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