La vittima, di soli 15 anni, ha lasciato il paese dopo il ritorno in libertà dei suoi aguzzini.
“Una bambinata”, così il sindaco di Pimonte, Michele Palummo, ha definito i ripetuti abusi subiti da una ragazzina di 15 anni, ad opera di alcuni coetanei. Teatro della triste vicenda è stato proprio il paese amministrato da Palummo, un piccolo comune di seimila anime tra Castellammare e la costiera amalfitana.
Le parole del sindaco arrivano a poche settimane dal trasferimento all’estero della vittima del branco, che ha deciso di abbandonare Pimonte in seguito al ritorno in paese dei suoi aguzzini. Dopo il prevedibile vespaio di polemiche sollevato dalle sue dichiarazioni, il sindaco Palummo è tornato sui suoi passi spiegando:
“Intendo prima di ogni altra cosa porgere le mie più sentite scuse alla nostra giovane concittadina, alla sua famiglia e all’intera cittadinanza per aver utilizzato, durante l’intervista a La 7, un’espressione infelice, assolutamente impropria e che non era affatto riferita a quanto le è purtroppo capitato. E’ un’espressione – continua Palummo – che non rispecchia affatto il mio pensiero, in quanto condanno, per principio, ogni forma di violenza e di sopruso, tanto più se perpetrata contro una giovane donna; ho condannato l’episodio quando è successo lo scorso anno e continuo a ritenerlo oggi un fatto quanto mai grave”.
La retromarcia del primo cittadino non è tuttavia stata sufficiente a placare le polemiche e anche il parroco del paese ha stigmatizzato le parole di Palummo definendo la vicenda “un’offesa a Dio, altro che bambinata”, mentre la deputata di Sinistra Italiana Celeste Costantino ha parlato di “parole inquietanti”.