Chieti. Fabrizio Pellegrini torna a Chieti: il magistrato di sorveglianza di Bologna ha accolto la domanda di trasferimento e il pianista teatino potrà espiare in Abruzzo la parte residua di una pena che, grazie alla riduzione (nove mesi) già concessa dalla Corte d’Appello de L’Aquila e al beneficio della “liberazione anticipata” richiesto (tre mesi), potrebbe terminare il 26 luglio.
“L’odissea giudiziaria è agli sgoccioli, ma quella sanitaria continua”, ha commentato il difensore Vincenzo Di Nanna. “Resta il problema dei farmaci: Fabrizio è pronto a lottare per il diritto alla salute”.
“Ribadiamo quanto già espresso in Commissione di vigilanza nel corso dell’audizione insieme a Maurizio Acerbo: in materia di erogazione dei farmaci a base di cannabis, la Regione sta violando la sua stessa legge. Fabrizio torna in Abruzzo e trova la situazione ferma: non può accedere alle cure mediche, come sarebbe suo inviolabile diritto e come disposto dalla legge regionale di cui fu primo firmatario l’attuale segretario di Rifondazione Comunista, tanto all’avanguardia all’epoca in cui fu varata che fu presa a modello da altre regioni, provvedimento normativo che, purtroppo, il commissario ad acta Luciano D’Alfonso non ha attuato ma violato, escludendo i malati indigenti di fibromialgia dall’accesso gratuito ai medicinali”, ha proseguito Di Nanna.
“In queste ore Rita Bernardini, che a causa del ritardo della Regione nella nomina ha svolto di fatto le funzioni di garante dei detenuti abruzzesi segnalando il caso di Fabrizio Pellegrini, si trova in ospedale dopo uno sciopero della fame durato 25 giorni, proprio per garantire ai malati l’accesso ai farmaci a base di cannabis. Oltre al sostegno e alla gratitudine, le auguriamo una pronta guarigione e con Fabrizio l’aspettiamo ora in Abruzzo”.