Atessa. Si è conclusa positivamente lo scorso 30 aprile la vertenza Clersud che ha visto coinvolti tutti i dipendenti del sito produttivo di Atessa.
Dopo sette giorni di sciopero ad oltranza, con presidio permanente dinanzi i cancelli dell’azienda che produce sedili per le più importanti case produttrici di locomotive e vagoni d’Europa, si è concluso lo scontro grazie a un importante accordo raggiunto tra organizzazioni sindacali, RSU e direzione aziendale.
Al centro della discussione, la situazione assai difficile in cui versa il sito di Atessa e la volontà della stessa di tagliare alcuni diritti dei lavoratori quali, ad esempio, il buono pasto e il premio aziendale. Inoltre, a scatenare la protesta anche la scarsa disponibilità a discutere con il sindacato di rilancio dell’azienda.
Dopo sette giorni di protesta l’azienda ha deciso di assumere alcuni impegni. Nei prossimi mesi, saranno trasferite da Vicenza ulteriori lavorazioni che permetteranno al sito di Atessa di acquisire il mercato svizzero. Inoltre, questa operazione consentirà ad Atessa di accrescere il fatturato di 2 milioni di euro (il fatturato passerà così da 4,5 a 6,5 milioni).
L’azienda ha poi ufficialmente ritirato la disdetta del contratto aziendale che quindi viene confermato, mentre la direzione aziendale Clersud si impegna sin da ora a procedere, alla normale scadenza, verso un confronto costruttivo per rinnovare l’attuale contratto aziendale.
Tutto quanto dovuto e non pagato nei mesi passati è stato regolato lo scorso 30 aprile. L’azienda si impegna, infine, ad aprire un immediato confronto con il sindacato per sviluppare un appropriato Piano Industriale che possa valorizzare le attuali e future produzione.
“L’accordo raggiunto con la Direzione Clersud – dichiara in proposito Davide Labbrozzi, segretario provinciale della Fiom Cgil – dimostra ancora una volta che non bisogna cedere ai ricatti, così come Fim e Uilm hanno fatto in Fiat. Dalla crisi si esce rafforzando i diritti di coloro che lavorano e non indebolendo un quadro già precario. La crisi che attanaglia le aziende è innanzitutto economica, bisogna rafforzare chi in questo sistema permette all’economia di muoversi. Accettare i ricatti delle aziende che propongono la ricetta del taglio significa soffrire di miopia politica acuta. La Fiom continuerà a lottare così com’è accaduto in questi cento anni di storia affinché si possano difendere concretamente la gente che lavora ed il Sistema dei diritti”.