La principale esigenza emersa è quella di rifiutare, in difesa di tutti i cittadini, ogni ipotesi di aumento delle tariffe idriche al solo scopo di adeguamento agli standard degli altri Comuni. I movimenti chiedono, invece, che i canoni pagati dai cittadini vengano commisurati alle esigenze del servizio (riparazione delle reti colabrodo; corretto funzionamento dei depuratori, ecc.).
Altro punto discusso è stato quello di proporre l’applicazione dell’indice MALL nei Piani d’Ambito del Servizio Idrico Integrato, che obbliga alla riduzione delle tariffe in caso di disservizi. Non solo. I movimenti chiedono che il Comune si faccia promotore di una nuova legge regionale per la gestione del servizio idrico che metta in primo piano le esigenze dei cittadini-utenti che coinvolga sin dalla fase elaborativa le associazioni e i comitati e che abbia come fondamento/base i bacini idrici (e non i bacini elettorali). “Una riforma di questo tipo è necessaria per sostituire la vigente normativa, assurda e inefficace – si legge in una nota -, che tra l’altro nega al comune di Chieti il diritto di voto nelle assemblee dei sindaci del servizio idrico (ASSI)”.
Richiesta, inoltre, la modifica dello statuto comunale, come richiesto dal WWF sin dal 1 luglio 2010, riconoscendo l’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile, oltre all’appoggio della rivendicazione che i comitati dell’acqua stanno portando avanti a livello nazionale insieme a Comuni e Province per escludere dal patto di stabilità gli investimenti per i servizi pubblici e perché almeno la metà dei finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti (finanziata con i soldi dei cittadini) venga restituita alla collettività sotto forma di prestiti agevolati e non a tariffe di mercato in favore degli investimenti per i servizi pubblici.
Il sindaco ha accolto in linea di massima tutte le indicazioni, pur sottolineando le difficoltà che Chieti incontra nel suo particolare caso di gestione in proprio della rete idrica e riservandosi di verificare la attuabilità amministrativa delle singole proposte: “Userò – ha affermato Di Primio – il vostro documento come pro-memoria per affrontare questa delicata e importante problematica”. Circa l’inserimento del concetto di acqua come diritto universale nello Statuto, il sindaco ha assicurato che la modifica è stata già inserita nella bozza di revisione attualmente in esame della commissione consiliare apposita ed ha assicurato, su richiesta della delegazione, che ne sarà data ampia diffusione.
Al termine dell’incontro i portavoce e gli altri membri presenti dei Comitati (Mara Miccoli e Giovanna Di Ielsi, oltre a Nicoletta Di Francesco del WWF e Daniele Colantonio di Legambiente) hanno espresso soddisfazione per gli impegni del sindaco, “ma ci riserviamo – ha sottolineato Anna De Medio – di esprimere un giudizio quando agli impegni seguiranno fatti concreti, sperando che ciò accada presto”.