E sicuramente tra i cambiamenti prodotti c’è la scelta di utilizzare un più freddo e anonimo dosatore al posto della cara e antica acquasantiera, che a suo dire suggestiva lo è, ma può essere anche ricettacolo di germi: “Nella pulizia della vasca in tante occasioni ho riscontrato una patina sul fondo – spiega il sacerdote – dove facilmente possono svilupparsi microrganismi dannosi per la salute. Un rischio a cui non possono essere esposti quanti frequentano un ospedale, che siano degenti, visitatori o pazienti esterni, potenziali moltiplicatori di infezioni che, invece, possono essere evitate facendo ricorso a un più igienico dispenser. Certo è privo di qualunque valore artistico o di pregio, ma garantisce ugualmente la funzione fondamentale di mettere a disposizione dei fedeli l’acqua benedetta, un sacramentale importante nel gesto del segno di croce per implorare la grazia divina”.
A breve un’acquasantiera in marmo sarà ripristinata sotto il dispenser, ma unicamente per evitare che gocce in eccesso finiscano a terra, e poi perché simbolicamente resterà a segnalare in quel punto la presenza dell’acqua benedetta, il cui significato è anche ricordato da un testo posto da Padre Renato accanto all’erogatore di acqua santa all’ingresso della chiesa.
Il cappellano definisce la sostituzione dell’acquasantiera un gesto di attenzione per le persone come, d’altra parte, l’acquisto dell’animatore liturgico, un dispositivo elettronico che diffonde un sottofondo musicale per tutto il giorno e accompagna le celebrazioni eucaristiche con canti e cori. Tecnologia e modernità, la chiesa di oggi è anche questo.