Vasto, Arci su Punta Penna: ‘Nuovi ritorni e vecchie problematiche’

Vasto. “A volte ritornano. Potremmo iniziare così questo comunicato. Siamo venuti a conoscenza che il progetto Vastocem a Punta Penna, dopo 5 anni circa, è tornato nuovamente alla ribalta. La società proponente oggi è la Es.cal. srl, ci sono modifiche rispetto ad allora. Ma il progetto è sostanzialmente lo stesso: “Impianto di produzione di leganti idraulici (cemento)” recita la documentazione, praticamente un cementificio”.

 Si legge così in una nota di Arci Vasto, che prosegue: “Arenatosi anni fa, nello stesso periodo in cui contestammo i progetti di centrali a biomasse e Recogen di Puccioni, adesso è in fase di VINCA (Valutazione d’Incidenza Ambientale). Quella stessa VINCA, per la vicinanza al SIC, che l’Arci (insieme con le altre associazioni poi coalizzatesi nel Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio) allora chiese con forza, praticamente quasi inascoltati. Torniamo a ribadire i motivi già espressi negli anni di critica e opposizione a questo progetto, che rimane a nostro avviso insostenibile con l’eccessiva vicinanza alla Riserva di Punta Aderci. E, come già troppe volte detto e scritto negli anni, torna d’attualità l’annosa questione che le Istituzioni, la “Politica”, devono una volta per tutte intraprendere una strada, prendere decisioni sulla zona di Punta Penna e sulla sua vocazione. Non è possibile affermare di voler valorizzare la Riserva, di puntare sul fiore all’occhiello del costituendo Parco Nazionale (a proposito, che fine ha fatto? Manca una firma, ma quando arriverà?) e poi approvare e permettere progetti come quello ex Vastocem? E’ più che urgente dirimere questo nodo scorsoio, alla luce anche delle criticità ambientali da noi varie volte sollevate negli anni. Ma alle quali non abbiamo mai trovato realmente risposta da chi di dovere. Nell’agosto 2014 l’ARCI ha rese pubbliche alcune foto ricevute da turisti, in cui si notava un’enorme “nuvola” che si disperdeva nell’aria chiedendone l’origine, da quale “sostanza” fosse composta e quali “precauzioni sarebbero state prese” perché non nuocesse alla salute. Febbraio 2013: “La politica su Punta Penna deve avere coraggio e prendere decisioni definitive, le continue battaglie legali che si stanno alternando negli ultimi anni non portano benefici a nessuno, ne allo sviluppo turistico ambientale ne tanto meno al residuo sviluppo industriale della zona, è chiaro a questo punto, che non sono solo gli “ambientalisti” a voler quel territorio tutelato, ma praticamente la quasi totalità della comunità vastese, allora, chiediamo alla politica locale tutta, maggioranza e minoranza, di rendere conto alla volontà popolare e di lavorare per il cambio di destinazione d’uso di quel territorio, in modo da porre un freno a nuove richieste di insediamento di attività a rilevante impatto ambientale, in attesa di trovare fondi che possano portare ad una delocalizzazione di quelle attività incompatibili con la presenza di un’area protetta. L’ultima vicenda “ Recogen” ci fa capire chiaramente cosa vuol dire aver svenduto il proprio territorio nel passato, aldilà della legalità o meno del progetto, è evidente che la comunità vastese non lo vuole, eppure lo si vuole imporre ad essa a tutti i costi, la comunità vastese deve tornare a poter decidere del proprio territorio, la politica deve e può interpretare questa volontà popolare attraverso la variante all’interno del PRG generale della destinazione d’uso della zona industriale di Punta Penna”. Marzo 2012: “Chi lavora e vive a Punta Penna da tempo denuncia malori a causa di emissioni inquinanti. Dal 2009 ad oggi si sono ripetute diverse segnalazioni di cittadini e lavoratori della Zona Industriale di Punta Penna che hanno fatto ricorso a cure mediche a causa di emissioni irritanti, tali da determinare l’inabilita’ al lavoro con prognosi dai 3 ai 10 giorni. Malgrado le segnalazioni risultino inviate a tutti gli enti interessati(ARTA, Regione Abruzzo Servizio Qualità dell’Aria, A.S.L., Polizia Provinciale, CO.A.S.I.V, Comune di Vasto), la problematica è di preoccupante attualità. L’Area Industriale di Punta Penna viene classificata, nel Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria, come “Zona di Mantenimento”: come è possibile pensare che si possa mantenere la stessa qualità dell’aria con nuove immissioni? E’ sufficiente tutto ciò perché il Sindaco, in qualità di Autorità Sanitaria Locale, supportato dal voto unanime di tutto il Consiglio Comunale predisponga idoneo atto ordinatorio che impedisca l’insediarsi di nuovi impianti che rilascino inquinanti?  Pensiamo proprio di SI.”

 “La “nuvola” dell’agosto 2014 – conclude la nota – comparve nelle stesse ore di un evento organizzato da Slow Food a Punta Penna, dal 26 ottobre al 2 novembre 2016 la Riserva fu una delle punte di diamante della partecipazione all’Abruzzo Open Day Winter da parte della DMC “Costa dei Trabocchi”. La valorizzazione turistica di Punta Aderci non può prescindere dalla sua difesa dalla risoluzione delle problematiche che solleviamo da anni, e ribadiamo in questo comunicato. Chiediamo quindi a queste realtà associative di riflettere sul presente e sul futuro, sulla situazione di Punta Aderci e impegnarsi nel dare voce ad una svolta ambientale di tutta l’area di Punta Penna e dintorni”.

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