Lanciano. Un progetto ambizioso per riorganizzare l’attività odontoiatrica sul territorio e rendere un servizio più che utile, sotto il profilo della salute e sociale, ai cittadini che vivono nelle aree più disagiate. La proposta è di Leonardo Castrignanò, responsabile dell’Odontostomatologia dell’ospedale di Lanciano, che guardando ai servizi innovativi alza ancora un po’ l’asticella, spostando l’attenzione al di fuori del “Renzetti”.
“E’ concreta la possibilità di offrire queste prestazioni – spiega – rivedendo lo postazioni esistenti per dislocarle in modo più razionale, evitando la concentrazione in alcuni territori a svantaggio di altri lasciati scoperti. Anche nel caso dell’assistenza odontoiatrica esistono realtà più penalizzate, come il Sangro-Aventino, per esempio, per via di una collocazione geografica che rende difficoltoso o impossibile curarsi a chi non può fare fronte a cure a pagamento presso gli studi privati ed è costretto ad arrivare fino a Lanciano. In un progetto di sviluppo della sanità territoriale, dunque, su cui la programmazione regionale è particolarmente concentrata, è importante tenere conto anche di quest’aspetto”.
L’idea di portare l’odontoiatria pubblica anche fuori dall’ospedale di Lanciano per la prima volta è stata formalizzata in un progetto che a breve sarà discusso con la Direzione aziendale, che dovrà valutarne ogni aspetto, da quelli di tipo organizzativo alla quantificazione dell’investimento in termini di risorse umane e attrezzature. Senza trascurare, ovviamente, le ricadute in quanto a produzione di salute e diagnosi precoce dei tumori del cavo orale.
Di certo all’incontro l’Odontostomatologia di Lanciano si presenterà con la forza dei numeri data dall’attività svolta nel 2015, ancora più significativi se rapportati alla dotazione organica, fatta dal responsabile, un altro medico e tre infermieri, che hanno totalizzato 1.731 prestazioni per la sola chirurgia, oltre a quelle di tipo conservativo e alle terapie rivolte a particolari categorie di pazienti, come quelli in trattamento anticoagulante (circa 200) o con bifosfonati in collaborazione con altri servizi, i cardiopatici e diabetici, e i 90 casi di non collaboranti curati facendo ricorso all’anestesia generale.
Un’attività intensa, dunque, che è valsa all’unità operativa anche la collaborazione con l’Università di Chieti che invia a Lanciano gli studenti del corso di specializzazione in Chirurgia orale per la frequenza del tirocinio.