Sarebbero i responsabili della cosiddetta truffa dell’autovelox, l’apparecchio sistemato lungo la Fondovalle Trigno e non adeguatamente segnalato, che dal 2009 ha colpito decine di automobilisti, costretti a pagare salate contravvenzioni, molte delle quali poi annullate dopo i ricorsi al giudice di pace. Secondo il giudice, che ha fissato il processo il 17 gennaio prossimo a Vasto, sono fondate le ipotesi della procura, pubblico ministero Francesco Prete: associazione per delinquere, truffa, peculato e, come detto, violazione della Costituzione. Nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Atessa, alcune intercettazioni telefoniche relative a conversazioni tra gli indagati, avrebbero confermato i sospetti del comitato Pro Trignina, con sede a San Salvo, che fece scattare l’inchiesta. Il dubbio era che, per far cassa, diversi comuni del Chietino facessero un uso non corretto dell’autovelox in danno degli automobilisti.