Mancava solo un mese a quel parto tanto atteso e desiderato, disturbato all’improvviso da forti dolori al fianco, che i medici dell’ospedale teatino si erano limitati ad alleviare con un farmaco anti-contrazioni. Fino alla corsa in ospedale, a Pescara, dove la donna è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Per il piccolo, però, non c’è stato nulla da fare.
“Si tratta di un passaggio necessario” spiega il manager della Asl teatina “per ricostruire l’accaduto e verificare la correttezza delle procedure seguite dal personale della Clinica di Ostetricia e Ginecologia a cui la paziente è stata inviata dal Pronto Soccorso”.
Intanto il Direttore della Clinica, Marco Liberati, fa sapere che nei confronti della donna è stato fatto quanto era dovuto con il massimo scrupolo e che gli esami diagnostici a cui è stata tempestivamente sottoposta nel corso della visita non hanno rivelato l’esistenza di fonti emorragiche né sofferenze a carico del feto.
Sono quattro i medici dell’ospedale di Chieti che risultano indagati nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla pm Valentina D’Agostino, del tribunale di Pescara. Prevista per domani, invece, l’autopsia sul corpo del piccolo.