Chieti. Non una rapina ma un episodio di sfotto calcistico. Si sono difesi così, rilasciando dichiarazioni spontanee, i tre giovani della tifoseria ultrà del Chieti che, dallo scorso 25 novembre, sono finiti agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, con l’accusa di rapina aggravata e violazione del Daspo, ai danni di un giocatore del Pescara Calcio a 5 under 21.
Quest’ultimo il 30 ottobre scorso a Chieti Scalo, dopo aver prelevato denaro da un bancomat, era stato aggredito e costretto a togliersi la maglia con i simboli del Pescara Calcio. Oggi i tre indagati, Andrea Mulana, difeso dall’avvocato Gianluca Polleggioni, Mario De Marco difeso dall’avvocato Mauro Faiulli ed Ettore Galliani, difeso dall’avvocato Daniele Fabriani, sono comparsi davanti al gip del Tribunale di Chieti Luca De Ninis per l’interrogatorio di garanzia. Tutti e tre hanno rilasciato dichiarazioni spontanee.
Per le difese si è trattato di un gesto goliardico e non di rapina poiché non c’è stata violenza e la maglia indossata dal giovane calciatore, in sostanza, è stata consegnata da quest’ultimo. Sempre secondo le difese se l’ intenzione fosse stata quella di commettere una rapina i tre avrebbero potuto impossessarsi del denaro che il calciatore aveva appena prelevato dal bancomat. Per Mulana e per Galliani è stata chiesta la revoca della misura cautelare e per il solo Galliani l’autorizzazione per potersi recare al lavoro, mentre nessuna istanza è stata presentata per De Marco.
Si attende dunque la decisione del giudice. L’episodio fin dall’inizio era stato inquadrato nell’ambito della rivalità calcistica tra Chieti e Pescara.