Chieti. Erbacce, box fatiscenti e pericolosi. È la condizione del canile di Chieti. L’associazione Theriakà Onlus negli ultimi due mesi ha organizzato due giornata di pulizia della zona. Ma tutto questo non basta e gli animalisti teatini lanciano un appello, senza critiche mé strumentalizzazioni politiche, alle istituzioni.
“Premessa: La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali. L’associazione Theriakà Onlus il giorno 15 Maggio ha organizzato una giornata per la pulizia del canile di Chieti…non contenti il 26 Giugno siamo tornati.
La situazione ci è sembrata sempre la stessa, forse, colpa dell’estate abbiamo trovato qualche “ospite” in più. L’unica cosa che è cambiata, in peggio, è la vegetazione all’interno e all’esterno del canile. Sembra di stare nella fitta giungla!
Domenica scorsa con noi abbiamo portato due tagliaerba e abbiamo cercato di fare il più possibile, ovviamente abbiamo pulito all’interno dei recinti perché farlo fuori, sarebbe stato impossibile. La prima motivazione di queste due giornate è stata quella di far avvicinare il più possibile le persone al canile e magari di iniziare anche senza la Theriakà a essere un volontario. Andare un paio di ore a settimana non cambia la vita a nessuno anzi, la migliora.
La seconda motivazione è stata più una provocazione verso le istituzioni. Noi semplici cittadini ci siamo armati di guanti, scope e tanta buona volontà e siamo andati ad aiutare i volontari del canile, e abbiamo cercato di fare quelle che a loro non è possibile fare, solo per mancanza di tempo.
Vorremmo che questo nostro articolo non fosse usato dai politici per criticare l’uno o l’altro, perché sono cose che a noi veramente non interessano. Sappiamo che né l’attuale giunta né quella precedente hanno fatto qualcosa per sistemare il nostro canile.
Sarebbe bello una collaborazione tutti insieme. Servirebbe così poco per migliorare le cose; una manutenzione costante della vegetazione, buttare già quelle strutture fatiscenti che sono presenti all’interno e all’esterno del canile. Strutture pericolose sia per i cani sia per i volontari, e magari costruire qualche nuovo box per rendere la vita deicani, un pochino più piacevole.
In conclusione, quello che chiediamo è una maggior attenzione anche per il canile di Chieti. Crediamo in un cambiamento concreto e crediamo che ci siano persone sensibili che sapranno gestire questo nostra richiesta.
La nostra non è una battaglia, non è una critica e non è una sfida ma è semplicemente una richiesta d’aiuto da parte di chi non ha voce, né pretese: i cani. Nostri fedeli amici anche quando sono abbandonati dall’uomo”.
Antonella Riccardo