Lanciano. L’Escozul è un veleno estratto dallo scorpione che, introdotto nell’organismo malato produce una sorta di effetto omeopatico, andando a contrastare le tossine tumorali con quelle del veleno. Da qualche tempo, è entrato a pieno titolo tra le più estreme speranze dei malati terminali.
Il problema, però, è che l’Escozul si produce solo a Cuba, dove la Labiofam, ditta produttrice, lo distribuisce gratuitamente a chiunque è in grado di produrre documentazione relativa ad un malato di cancro in uno stadio avanzato. Ma quanto costera il biglietto aereo, sommato alle spese di soggiorno per una settimana, sommate a quelle di sostentamento? Troppo. Si calcola un qualcosa come 2.000 euro. Tuttavia, per ogni persona che si presenta ai medici cubani per portare la documentazione del proprio congiunto, c’è la possibilità di ritirare anche 4 terapie. E questa è un’ottima opportunità per chi, non potendosi permettere, sia da un punto di vista economico che temporale, un viaggio fino a Cuba, può affidare ad un conoscente la propria cartella o quella del congiunto malato e attendere la terapia, magari semplicemente corrispondendo a chi si farà carico di questa incombenza una parte delle spese di viaggio, quale contributo ad una causa personale di vitale importanza.
Purtroppo, accanto alle persone di buon cuore, ce ne sono altre, vili e spregiudicate, che, creandosi un’identità ad hoc e fingendosi disperati in procinto di partire per un proprio congiunto, si fanno inviare la cartella sanitaria di poveri disperati impossibilitati a recarsi a Cuba e, soprattutto, un contributo spese, che normalmente si aggira attorno alle 400 euro, prima di sparire nel buio.
Soprattutto su Facebook sono nate moltissime pagine in cui gente sconosciuta cerca chi può procurargli la terapia, oppure la offre a chi non può affrontare un viaggio intercontinentale. Alcuni si offrono di aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio. Altri, invece, offrono la possibilità di portare fino a 3 cartelle di sconosciuti, previo versamento tramite bonifico di una certa quota quale contributo spese. E’ quanto accaduto ad un giovane di Lanciano, che, con un padre in condizioni ormai disperate, aveva tentato anche questa strada. Il profilo di FB della persona contattata, Stefano Maggi, riproduceva ottime referenze, un personaggio che sembrava a posto anche nel modo in cui si esprimeva, soprattutto telefonicamente, quando si è mostrato umanamente dispiaciuto per la situazione del genitore, tanto simile a quella che, a suo dire, stava vivendo anche lui. Accordo fatto, compreso quello sul pagamento anticipato delle spese, a Stefano mancava solo di fornire le proprie coordinate bancarie per ricevere il versamento. Solo in quel momento il giovane lancianese ha notato che il conto era intestato a ben altra persona, così come la email che l’uomo gli aveva fornito per inviare la ricevuta del bonifico effettuato; inoltre, nella pagina di FB dedicata all’Escozul, già altri utenti avevano cominciato ad insultare Stefano Maggi, additandolo come un impostore e truffatore.
In genere, le truffe sono cosa difficile da digerire, ma quando queste toccano la disperazione e il dolore della gente diventano insostenibili. Così, il giovane lancianese si è recato dai carabinieri e ha presentato denuncia contro G.B., che dagli accertamenti è risultato essere un uomo di mezza età, residente nel bresciano e senza fissa dimora.