Roccamontepiano. L’Abruzzo, come quasi l’intero territorio nazionale ha in se una serie di rischi naturali capaci, quando si presentano, di sconvolgere la vita e ogni aspetto socio-economico della propria popolazione.
Convivere con le frane, gli smottamenti, i terremoti, gli incendi e le alluvioni é ormai considerata l’unica strada possibile per continuare a programmare e progettare la propria vita nella nostra realtà.
Se ne sta parlando in questi giorni a Roccamontepiano grazie ad una serie di incontri pubblici voluti dall’amministrazione civica e da un gruppo di tecnici professionisti che si sono ritrovati su un tema di pressante attualità come la prevenzione dai rischi naturali.
Il tema é quello di come passare dal rischio alla sicurezza ed é proprio qui, nel piccolo paese alle pendici della Majella che la cittadinanza ha preso consapevolezza, non per altro per il fatto che questa comunità duecento cinquantuno anni fa subiva una delle più grandi tragedie dimenticate della storia del dissesto idrogeologico. Il 24 giugno 1765 l’intero paese franò a valle causando la morte di oltre 500 persone.
Da quella esperienza traumatica, nonostante i tentativi dei tecnici incaricati dal Regno borbonico di pianificare il nuovo paese in un sito più sicuro, i superstiti decisero di riedificare in maniera sparsa su quasi tutti i 18 chilometri quadrati del territorio comunale.
Gran parte dell’attuale abitato é così stato ricostruito su aree di corpi di frane precedenti e la storia, purtroppo, si ripresenta in maniera ciclica. Nel recente passato sono stati ingenti gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza di intere aree ma la geologia dei territorio con declivi molto accentuati, abbondante presenza di acqua, presenza di calanchi e profondi valli nonché la natura argillosa degli strati sottostanti L, ci dicono che questo territorio é vivo e si muove.
Bisogna quindi prendere atto che terremoti e altri aspetti geologici si ripresenteranno in ogni epoca e per far fronte a questo restano a disposizione i soli strumenti della consapevolezza e della prevenzione prima ancora di subire gli interventi di emergenza e cioè quando ormai i fenomeni si sono presentati in tutta la loro drammaticità. Ecco perché é stata tanta la partecipazione e l’ascolto avuto al primo degli incontri sui rischi naturali.
La presenza di numerosi cittadini non solo di Roccamontepiano ed i puntuali interventi dei relatori di venerdì sera, hanno colto nel segno.
In maniera particolare é stato affrontato il tema dei terremoti e del rischio sismico. É stato illustrato lo studio sulla microzonizzazione sismica del territorio comunale redatto dal geologo Angelo D’Andrea, le tecniche antisismiche per i nuovi edifici e gli adeguamenti sugli abitati esistenti da parte dell’architetto Danilo Buffone nonché gli incentivi economici esistenti per intervenire su fabbricati esistenti e le buone pratiche da tenere in caso di scosse, illustrare dall’Ing. Mauro D’Urbano.
Il primo risultato é stato questo, anche emozionante per certi aspetti grazie alla relazione della Prof.ssa Maia Calice che ha contestualizzato i drammi di alcune tragedie legate a terremoti e frane. Ad illustrare il tutto il Prof. Leandro D’Alessandro, già Preside della facoltà di Geologia della D’Annunzio di Chieti. Sta quindi all’uomo e alla propria intelligenza fare ogni valutazione di sorta per non ritrovarsi, in ogni drammatica circostanza, a rivivere gli stessi drammi.
Prossimo appuntamento venerdì 18 novembre in cui verrànno approfonditi i rischi idrogeologici del territorio comunale con i geologi Valeria D’Andrea e Olga Travaglini nonché il rischio incendio a cura del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Ing. Antonio Albanese.