Durante le quattro ore di interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, Pirani, difeso da Alessandro Scaloni, ha parlato anche di “circostanze che vanno oltre i reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare”. Appunto quelle “partite, anche di serie A”, come confermato piùt ardi dal procuratore di Cremona Roberto Di Martino secondo il quale gli indagati avrebbero commesso anche altri reati dopo la cessazione delle intercettazioni.
A questo punto gli inquirenti sperano ora che anche gli altri indagati parlino, consentendo così di trovare prove concrete dell’esistenza di quel “secondo livello” che coinvolge la serie A e che a questo punto sarebbe più di un’ipotesi investigativa.
Pirani ha anche fornito una sua versione della vicenda della ricetta con la quale l’ex portiere della Cremonese, poi del Benevento, Marco Paoloni, acquistò il Minias con il quale “addormentare” i colleghi durante la partita Cremonese-Paganese del 14 novembre del 2010. E la ricetta risaliva al giorno prima. “Non sapevo che sarebbe stato usato in modo illecito – avrebbe spiegato Pirani – credevo dovesse servire alla moglie di Paoloni che soffriva di insonnia. Non l’avrei certo mai fatta su una carta intestata mia”. Martedì prossimo il medico marchigiano sarà ascoltato dal procuratore Di Martino, anche per approfondire questi aspetti nuovi.
Durante gli interrogati anche il pescarese Erodiani ha voluto dire la sua verità dopo un iniziale tentennamento. In un primo momento non voleva farlo, ma la scelta di Pirani di rispondere ha causato un effetto ‘domino’ sul quale gli inquirenti puntano parecchio. Da parte sua il titolare di agenzie di scommesse ha spiegato di essere entrato nel giro per recuperare un credito di 110 mila euro dall’ex portiere della Cremonese. Anche a Erodiani è stato chiesto di quelle tre partite di cui aveva precedentemente parlato Pirani, ma il pescarese ha detto di non essere informato.
I due indagati hanno anche lungamente parlato di Beppe Signori e Cristiano Doni, fornendo nuovi elementi a carico dei due campioni. La convinzione di chi indaga sembra insomma di aver fatto centro e di aver ottenuto non solo la conferma del lavoro svolto in questi mesi ma anche spunti importanti per l’attivitaà che deve essere ancora svolta.
Nel frattempo dopo che il nome di Daniele De Rossi è spuntato fuori da un’intercettazione, il centrocampista della Roma ha precisato all’Ansa: “Sono indignato, sono stati fatti dei riferimenti falsi alla mia persona per una vicenda alla quale sono detto tutto estraneo. E’ mia intenzione sottolineare tutta la mia indignazione per quanto apparso su alcuni organi di stampa e, peraltro, immediatamente smentito da autorevoli fonti giudiziarie, riguardo una vicenda che mi vede del tutto estraneo. Sono stati fatti – ha aggiunto De Rossi – riferimenti alla mia persona del tutto falsi ed inventati, e per questo tutelerò la mia immagine”.
Nei prossimi giorni saranno interrogati gli altri tre abruzzesi coinvolti nell’inchiesta Last Bet. La prima ad essere ascoltata Francesca La Civita di Ortona, ai domiciliari, formalmente titolare delle agenzie di scommesse di Pescara ed Ancona, la cui gestione era però riconducibile ad Erodiani. La donna, da quanto si legge nell’ordinanza del Gip, “si adoperava concretamente nel ricevere le somme di denaro fornite da un componente dell’organizzazione poi utilizzate nell’attività delle scommesse, pienamente consapevole dell’attività illecita posta in essere da Erodiani”. Poi sarò la volta del ds del Ravenna, Giorgio Buffone, originario di Canistro, accusato di essere un grande scommettitore e di aver sfruttato la sua posizione di dirigente sportivo, non solo per influire sulle partite della sua squadra, ma anche per prendere contatti con altri personaggi del mondo del calcio allo scopo di manipolare le partite. A sfilare davanti ai giudici anche il difensore dell’Ascoli, Vittorio Micolucci, 27 anni originario di Giulianova. Micolucci ora è agli arresti domiciliari nella sua abitazione ad Ascoli. Nel frattempo la società marchigiana ha preannunciata che si costituirà parte civile.
LE INTERCETTAZIONI SULLA SERIE A
“Il Milan…Massimo…sta giocando…te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero”. Dalle carte dell’inchiesta sul calcioscommesse cominciano a spuntare i nomi di squadre della serie A, anche se, ribadiscono gli inquirenti, al momento non c’è alcuna prova di un loro coinvolgimento. L’ultima novità è contenta in uno degli atti depositati oggi in procura a Cremona, un’informativa da cui poi è scaturita l’ordinanza del Gip Salvini. Si tratta di due intercettazioni tra Massimo Erodiani e Mario Pirani che proprio nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha parlato di altre 3 partite truccate e cinque squadre coinvolte, anche di serie A. Le telefonate sono del 28 febbraio 2011, il giorno di Milan-Napoli a San Siro (all’epoca le due squadre sono prima e seconda in classifica), una nel pomeriggio, alle 14.42 e una in serata, alle 21:12 a incontro in corso.
Nella prima i due parlano di cosa giocare e ad un certo punto Erodiani dice: “io penso…1 X Milan…vai…io penso 1 X Milan…siamo più al coperto”. Più avanti Pirani aggiunge: “Io dico per me Milan-Napoli questa sera è una partita da stare lontano…perché è da tripla…al Napoli manca Lavezzi, va bé, però…sulla carta c’èl’ 1 x, il Milan non può perdere ne ha perse già due con la Roma e con la Juve!”. I due discutono cosa giocare. Erodiani: “per me è 1…cioè, manco l’1 x”. E Pirani: “per me 1 non è, per me è più x”. Erodiani ancora: “Per me è 1…e ti dico che segna pure Ibrahimovic…”. I due continuano a discutere e cominciano a parlare di cifre. “Se non lo becchiamo il Milan 1 x cosa succede?” chiede Pirani. “Marco…- risponde Erodiani – che hai buttato 10 mila euro al vento”. La seconda telefonata avviene durante l’incontro, quasi al termine del primo tempo quando le due squadre sono ancora sullo 0-0.
Pirani chiama Erodiani e all’inizio i due parlano della partita Benevento-Cosenza (una di quelle finite nell’inchiesta perché “aggiustate”) sempre del 28 febbraio, con Erodiani che dice “sì sì già sta a posto”. Poi il discorso va sul Milan. Erodiani: “ma il Milan come sta a giocà?”. Pirani: “Il Milan…Massimo…sta giocando…te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero” Erodiani: “addirittura” Pirani: “Se gliene fa uno…il Milan gliene fa quattro…il Napoli si difende il Milan attacca ma non…non attacca veramente”. Il primo tempo si chiude zero a zero ma nel secondo tempo il Milan segna tre gol e vince la partita. La prima rete la segna proprio Ibrahimovic, al 4/o minuto. Poi arrivano i gol di Boateng e Pato.