Rapino. Un danno erariale da 180mila euro. E’ quello che la procura regionale della Corte dei conti contesta al Comune di Rapino, relativamente alla vicenda Mammarosa: la transazione riguardante il pagamento del canone di affitto per i terreni destinati ad ospitare le sciovie della Maielletta. La magistratura contabile, infatti, ha già concluso l’indagine preliminare sulla vicenda e contesta il danno erariale al sindaco, Rocco Cocciaglia, al vice sindaco Andrea Oliva, agli assessori Rocco Cocciaglia (omonimo del primo cittadino), Sandrino Mascioli e Rosanna Mammarella, per aver adottato la delibera di transazione, oltre al responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Mario Sanvito, l’architetto di fiducia, non inquadrato in pianta organica, che ha fornito il parere positivo all’atto deliberativo. Il procuratore generale della Corte dei Conti, Massimo Perin, contesta un danno erariale per 180mila euro e ha chiesto ai protagonisti della vicenda di fornire le controdeduzioni del caso. La transazione stipulata avrebbe visto prevalere gli interessi della Società Mammarosa, gestore degli impianti, rispetto a quelli dell’Ente non salvaguardando i diritti stabiliti dalle sentenze della Corte d’Appello, che aveva condannato la società a risarcire il Comune per gli anni in cui aveva usufruito dei terreni senza contratto. “Una transazione”, scrivono i consiglieri comunali di opposizione, “ che ha vanificato gli sforzi fatti dalla precedente amministrazione per valorizzare il patrimonio della montagna, che appartiene a tutti i cittadini di Rapino, e per aprire finalmente prospettive di sviluppo diffuse che coinvolgessero il Comune e l’intero territorio. Pur nella presunzione di non colpevolezza fino a giudizio definitivo, dobbiamo sottolineare che l’azione della Procura conferma che erano fondate tutte le perplessità del gruppo di minoranza e le invocazioni per far tornare la legalità nella gestione dei soldi pubblici. Avevamo addirittura richiesto formalmente che la transazione venisse discussa in consiglio attraverso l’istituzione di una apposita commissione per meglio valutare le possibili soluzioni nell’interesse dell’Ente, ma il Sindaco ha ritenuto che tale decisione dovesse essere presa soltanto dalla Giunta, pur trattandosi della concessione di un diritto reale per addirittura 40 anni. Lo scenario che si delinea con questa vicenda è quello di un’amministrazione che non ha salvaguardato i diritti dei cittadini, ritenuti congrui dai giudici, e propensa a recepire solo le istanze del privato. Questa amministrazione tutt’oggi continua ad ingannare la cittadinanza mistificando la propria incapacità amministrativa tagliando servizi e gettando il paese nel degrado con la scusa di non avere risorse. In realtà le risorse ci sono sempre state, ma rispetto al passato vengono devolute in favore del privato invece che dei cittadini. Fidiamo nella terzietà della magistratura contabile, perché queste risorse vengano rimesse a disposizione della comunità di Rapino e che venga ridata una possibilità di sviluppo al nostro territorio”.