La foto è stata individuata dalla Polizia nello smartphone di uno dei migranti ed ha permesso di identificare il presunto scafista.
Non si ferma la tratta di esseri umani attraverso il Mediterraneo; una delle tante difficoltà che quotidianamente affrontano le forze dell’ordine chiamate a gestire il problema, è l’identificazione degli scafisti, che una volta in vista della coste italiane lasciano i barconi alla deriva e si mischiano tra i migranti.
Senza la collaborazione degli stessi migranti, spesso costretti al silenzio dalle intimidazioni dei trafficanti di uomini, l’identificazione dello scafista è estremamente difficile, quando non addirittura impossibile. Proprio tramite questo meccanismo, pensava di farla franca anche il 39enne tunisino Msarra Ben Ammar, sbarcato due giorni fa a Lampedusa facendosi passare per un migrante.
L’uomo era stato soccorso, insieme ad altri 32 clandestini, mentre l’imbarcazione sulla quale si trovava era alla deriva a sud di Lampedusa; come da copione, quando la motovedetta della Guardia di Finanza è arrivata a portare i primi soccorsi, ai comandi del barcone non c’era più nessuno e, anche una volta sbarcati a Pozzallo (Ragusa), i migranti non si sono dimostrati molto collaborativi con gli inquirenti che cercavano di identificare lo scafista.
Tuttavia, un insperato aiuto è giunto agli investigatori dallo smartphone di un giovane migrante, all’interno del quale gli agenti hanno individuato un selfie del ragazzo sul cui sfondo era chiaramente riconoscibile l’uomo al timone dell’imbarcazione, che è stato poi identificato in Ben Ammar.
Lo scafista è stato quindi immediatamente arrestato e imprigionato nel carcere di Ragusa, mentre la procura ha aperto a suo carico un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.