Ortona, tredici domande sulla centrale turbogas di contrada Tamarete

centrare_turbogasOrtona. Tredici domande del Comitato “Ortona: Osservatorio Ambiente” sulla centrale turbogas di Tamarete Energia srl sono state inviate al sindaco di Ortona, Nicola Fratino, al suo vice, Lucio Ceri, al dirigente del III settore del Comune e all’Istituto romanao per l’Ingegneria e la Ricerca dell’Ecosostenibilità I.R.I.D.E. Srl. Quesiti firmati dal presidente del comitato, Adriano Nasuti, che li ha inoltrati anche alla Regione Abruzzo, Arta, Ministero Ambiente Ambiente e Provincia di Chieti.

Di seguito il testo integrale della lettera:

“Il Comitato “Ortona: Osservatorio Ambiente” espone alcuni quesiti che dovrebbero essere posti al tecnico e/o istituto nominato dal comune per un obiettivo parere sanitario sulla turbogas di Tamarete Energia srl situata nella zona industriale del Comune di Ortona. Si chiede di verificare ed attestare le seguenti domande.
1) La localizzazione della centrale turbogas in questione porterà nocumento alle attività enogastronomiche, all’ambiente circostante ed ai cittadini, sia viciniori che non?
2) Una centrale Turbogas del tutto simile alla nostra è esplosa nel febbraio del 2010 con numerosi morti e feriti (solo perchè situato in una zona desertica!) producendo danni fino a 4 km. Un’eventualità del genere viene appena menzionata nel Riassunto Tecnico Descrittivo, in cui nemmeno si tiene conto degli effetti all’esterno alla centrale).
A Latina l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio Filiberto Zaratti ha bloccato la costruzione della turbogas proprio in considerazione dello scoppio americano.
La Regione Abruzzo invece ha sollecitato di dare “senza indugio” il parere sanitario del Sindaco, onde consentire l’immediata messa in funzione della centrale di Ortona.
Trattandosi di incolumità che ovviamente fa parte della salute, si chiede di verificare per quale motivo ad Ortona non vengono attuate le medesime misure prudenziali.
3) Sono state valutate le sole emissioni in atmosfera a PM 10 e 2,5 mentre studi recenti, tra i quali citiamo quelli del Dr. Stefano Montanari e il progetto TOSCA del Università di Milano, dimostrano come emissioni di particolato a PM 10 provochino principalmente polmoniti e broncopneumopatie cronico ostruttive, quelli a PM 2,5 hanno potere mutageno e quindi cancerogeno a livello polmonare, mentre a PM 1 e 0,4 aumentino sensibilmente la percentuale di malattie cardiovascolari e coagulatorie. Il particolato della turbogas è principalmente ultrafine  (da 2,5 in giù)
Ci sono state variazioni nella struttura produttiva ma non c’è stato un adeguamento delle quantificazioni di particolato primario e secondario né del modulo di dispersione che risale al 2003.
Allo stato attuale non si sa quanto particolato primario e secondario produce questa turbogas né dove andrà a ricadere.
Gli ossidi di azoto, assieme a CO2 ed ossidi di zolfo, generano acidi di vario tipo in presenza di umidità atmosferica. Questo processo chimico dà origine a ricadute acide.
Occorre rimarcare che gli ossidi di azoto sono precursori di Ozono, gas velenoso per l’uomo, gli animali e le piante.
Emissioni della turbogas di Tamarete Energia srl:
Ossidi di Azoto (Nox) totali: 280 tonnellate/anno
Monossido di Carbonio: 168 tonnellate/anno
Si chiede se tali quantitativi siano salutari o dannosi alla salute pubblica nonché degli animali e delle piante destinate all’alimentazione e non.
4) Premesso che Ortona è la seconda zona nel chietino per inquinamento (dati ARTA 2005) si denota la mancanza di uno Valutazione di Impatto Ambientale Complessivo che tenga conto di tutte le strutture della zona industriale che sono state autorizzate prima di essa, ed una simulazione per quelle autorizzate e non ancora costruite. Esso deve essere redatto UN ANNO PRIMA dell’entrata in funzione della centrale.(ARTA su CdS del 25/02/2010)
5) Dalla Relazione Tecnica Descrittiva, le acque di I e II pioggia verranno riversate in alcuni casi nell’adiacente fosso Mingone. Queste acque presumibilmente sono acque “sporcate” dal particolato ricaduto sulla struttura e sul terreno. Ma questo particolato cade anche negli altri edifici e terreni adiacenti e non, fino ad arrivare a chilometri  di distanza.
Inoltre il suddetto fosso sversa nel fiume Peticcio e di lì al mare.  Tale evenienza comporterà qualsivoglia danno?
6) Nella Revisione 5 della Relazione Tecnica Descrittiva di Tamarete Energia srl si legge che nel recettore R1 (tra i più lontani dall’impianto) si passa da valori diurni/notturni ante operam di 70/60 db, a 32/32 db nel post operam.
Nei recettori R4a e R4b (i più vicini, a poco più di un centinaio di metri, e che sono stati solo simulati e non misurati realmente), si passa da valori diurni/notturni ante operam 58/51 a valori di 44,7/44,7 db nel post operam.
Siamo contenti perchè pare che questa struttura invece di produrre rumore lo aspiri! Praticamente migliorerà l’ambiente!
Non siamo cittadini di serie B solo perchè abitiamo vicino ad una zona industriale.
E’ stato fatta una zonizzazione acustica per i cittadini del centro?
Ebbene la chiediamo anche noi, a maggior ragione, visto che nel centro si regolava il volume dei pianobar in estate, noi invece la chiediamo per una cosa un po’ più seria, e cioè la salute degli abitanti.
Inoltre si riscontra che nel post operam, il rumore viene scorporato da immissioni di autostrade, strade ed altre aziende. Quindi anche i residenti dovranno scorporare suddetti rumori dalle orecchie…
Infine si legge nello stesso documento di cui sopra, che nel caso in cui le emissioni di rumore supereranno i limiti di legge consentiti, “si implementeranno adeguate misure di mitigazione fino al rientro nei limiti fissati. Tali misure potranno prevedere interventi sulle singole sorgenti, sulle vie di propagazione o direttamente sui recettori”. Quest’ultima frase è inquietante, visto che i recettori a cui si fa riferimento sono stati posizionati nelle prossimità delle abitazioni. Si dovrebbero posizionare delle campane di vetro sulle case dei residenti?
7) Nel Riassunto Tecnico Descrittivo ver.5 viene affermato che  durante le accensioni e gli spegnimenti ripetuti a discrezionalità dell’azienda, ci potranno essere dei picchi di emissioni di tutti i tipi (sonori, fumi, ecc) che vanno oltre i limiti consentiti. Ciò è ammissibile?
8) E’ noto che la fase di prima accensione della turbogas in questione (che non si esaurisce in una sola accensione né in pochi minuti, ma si parla di ore e accensioni plurime) provochi l’emissione di notevolissimi quantitativi di nebbie, fumi tossici, particolato di ogni genere, e rumore oltre i limiti consentiti. Trattandosi di zona a media densità di abitativa, si chiede se verranno attuate misure cautelative utili a salvaguardare l’incolumità e la salute di persone già in precarie condizioni di salute, anziani e bambini.
9) Vista la co-presenza di uno stoccaggio e lavorazione di notevoli quantitativi di pet-coke nella stessa zona, si teme che tale materiale possa in futuro essere utilizzato anche per il funzionamento della centrale turbogas. L’autorizzazione concessa per l’alimentazione a gas naturale non deve essere variata in alimentazione totale o parziale a pet coke (olio minerale).
10) Si chiede di verificare ed attestare una assicurazione idonea a risarcire eventuali danni causati da incendio, scoppio o emissioni sonore e fumi, nei confronti di cittadini ma anche dei dipendenti dell’azienda.
11) Si chiede di verificare ed attestare l’eventuale esistenza di una fideiussione necessaria al ripristino dei luoghi alla scadenza della concessione.
12) Qualsiasi sia il suddetto parere sanitario che verrà prodotto dallo studio su questo impianto, dovrà essere dato sui parametri fissati dalla concessione, e dovrà prevedere l’immediato decadimento nel caso in cui questi valori dovessero cambiare (emissioni, quantità produttive, potenza, combustibile, ecc)
13) Il VIA è del 2005. avendo validità di 5 anni  e non essendoci documentazione a nostra conoscenza di rinnovo, dovrebbe essere scaduto.
Nel qual caso ne consegue che dovrà essere ripetuto, ma  in base alle nuove regole sanitarie ed ambientali vigenti, anche in considerazione delle mutate variazioni ambientali.
Chiediamo infine se sia valido un parere sanitario basato su un VIA inattuale e probabilmente scaduto.

Migliaia di persone hanno sottoscritto la contrarietà a questo insediamento, dimostrando l’avvento di una nuova coscienza civica slegata dalle bandiere dei partiti e sempre più attenta all’ambiente ed alla salute pubblica, opponendosi fermamente  a qualsiasi stravolgimento dell’ambiente in cui si vive.
Ad ognuno di loro diciamo grazie.
Fortunatamente stiamo assistendo anche in altre regioni come nella nostra, la netta contrarietà anche delle istituzioni a tutti i livelli per questo tipo di impianti, il più delle volte slegati dall’ambiente in cui vengono introdotti.
Auguriamo a tutti un futuro migliore del presente che stiamo vivendo.”

Ortona, 09/05/2011                                     Il Comitato “Ortona: Osservatorio Ambiente”

 

 

 


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