Chieti. Dopo le polemiche della società Parco Paglia, la parola passa all’imprenditore pescarese che qualche giorno fa ha protestato sui tetti di un capannone all’interno del Centro Artigianale e Direzionale di via Piaggio a Chieti Scalo.
Il gesto dell’uomo è stato causato dal provvedimento di sfratto che è stato eseguito nei suoi confronti e che avrebbe dovuto essere eseguito lunedì scorso. Immediata la precisazione della società Parco Paglia, la proprietaria della struttura, che aveva sottolineato il fatto che l’uomo occupava abusivamente il capannone, non avendo adempiuto al preliminare di compravendita nel 2007.
Con una nota ufficiale, però, Amico Valterio fa sapere di non occupare abusivamente il capannone oggetto del provvedimento.
“Ciò si evince” spiega meglio in proposito “da tutta la documentazione prodotta dal sig. Amico dalla quale emerge l’esistenza di una avanzata trattativa tra le parti successiva alla stipula del contratto preliminare dell’1.08.2007, relativa all’esecuzione da parte di Amico Valterio di lavori necessari nel capannone per adattarlo alle proprie esigenze imprenditoriali e che dimostra il consenso della Parco Paglia all’esecuzione di tali lavori aggiuntivi, consenso che si evince nella e-mail inviata da Parco Paglia ad Amico Valterio in data 9.10.2008. Non può quindi affermarsi che l’occupazione dell’mmobile da parte di Amico Valterio sia avvenuta senza il consenso di Parco Paglia, dal momento che la sistemazione di macchinari di rilevanti dimensioni all’interno del capannone possa essere avvenuto all’insaputa o con il divieto della Parco Paglia stessa”.
A dimostrazione di questo ci sarebbe il fatto che il Giudice Unico del Tribunale di Chieti, con un provvedimento del primo aprile scorso, in accoglimento dell’istanza proposta da Amico Valterio e in parziale modifica del provvedimento cautelare reso dallo stesso tribunale, avrebbe subordinato l’secuzione del rilascio in favore della Parco Paglia al versamento da parte di quest’ultima di una cauzione, “stante il diritto di Amico Valterio di ritenzione a garanzia del pagamento delle indennità per i miglioramenti apportati all’immobile.?Purtroppo il sig. Amico Valterio, il giorno 4.04.2011, non aveva ancora avuto conoscenza di tale pronunciamento in suo favore”.