Reggio Calabria. Associazione per delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Queste le accuse che hanno portato all’arresto di undici persone da parte della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nell’ambito di un’operazione denominata “Easy”.
Sono 500 i casi vagliati dagli investigatori, tutti ricondotti sotto una regia unica. L’organizzazione criminale, affiliata alle cosche della Piana di Gioia Tauro, avrebbe rubato circa tre milioni di euro costituendo false imprese presso la Camera di Commercio, acquisendo partite Iva, facendo contratti per fax e linee telefoniche e aprendo conti correnti bancari.
Il meccanismo con cui i malviventi operavano era semplice. Dopo aver costituito una società ex novo e ottenuto fiducia da parte di diverse ditte, solitamente del Nord Italia, l’associazione acquistava merce di vario tipo, dai condizionatori d’aria al pellet, dai trapani fino ai confetti di Sulmona. Dopo aver pagato il primo acconto, però, diventavano inadempienti.
Il gip del Tribunale di Palmi ha così emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei fratelli Antonio (47 anni) e Luciano Russo (44enne, genero del defunto boss di Gioia Tauro Domenico Molè), Rosario Caridi (42), Salvatore Carlà (34), Vincenzo Catananti (27), Sylvester Piotr Krik (26 anni di nazionalità polacca), Eugenio Romano (59), Francesco Scafò (30), Emilia Viola (25). Altre due persone sono irreperibili. In totale gli indagati sono 75.