Le operazioni di soccorso non sono ancora terminate ma il numero delle vittime è già salito a 25 morti e non si esclude che possa salire ancora. Polemiche sula sicurezza, il sistema di controllo era obsoleto, uno dei due treni non doveva essere li mentre i lavori per il raddoppio della linea, finanziati dal 2012, non sono mai partiti.
Si aggrava il bilancio dello scontro tra due treni avvenuto questa mattina nel barese. Le operazioni di soccorso sono andate avanti per tutto il pomeriggio e proseguiranno anche nella nottata dato che non si esclude che ci sia ancora qualcuno intrappolato nelle lamiere.
Le ultime informazioni che giungono dalla Puglia parlano di 25 morti e oltre 50 feriti, di cui 18 in gravi condizioni.
Il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli, ha parlato di una scena apocalittica, quando si scontrati frontalmente i due convogli, che avevano a bordo circa 300 persone, viaggiavano ad una velocità prossima ai 100km/h ed uno dei due treni è letteralmente entrato nell’altro. Al momento si ignora se l’incidente sia stato causato da un guasto tecnico o da un errore umano, è tuttavia certo che la tratta dove è avvenuta la tragedia è a binario unico e sprovvista dei sistemi di sicurezza più recenti; ad aggravare ulteriormente la situazione, il fatto che lo scontro sia avvenuto in curva, fattispecie che ha probabilmente impedito ai macchinisti, uno dei quali ha perso la vita, di individuare il convoglio che arrivava dalla direzione opposta.
I due convoglio erano di recente costruzione, rispettivamente del 2005 e del 2009, ma la dinamica dell’incidente è stata tale da non lasciare scampo a molti viaggiatori. Sotto accusa la presenza di un unico binario, l’inizio lavori per il raddoppio, già finanziati dal 2012 tramite fondi europei, è stato nuovamente rimandato poco tempo fa, inoltre, come riportato dal sito ferrovie.it e confermato da ambienti sindacali, sulla linea era assente il sistema di sicurezza Scmt, Sistema controllo marcia treno, un apparato in grado di monitorare in tempo reale il movimento dei convogli e in caso di anomalie o potenziali pericoli, avvertire il macchinista e addirittura fermare automaticamente la motrice.
Niente di tutto questo è avvenuto stamane in Puglia, la tratta tra Corato e Andria, non ancora raggiunta dai lavori di ammodernamento che hanno interessato il resto della linea, è infatti ancora operata con l’obsoleto sistema del blocco telefonico, un sistema basato su una serie di dispacci telefonici tra le varie stazioni che di volta in volta avvertono che la linea è sgombra e il treno può partire; com’è evidente, si tratta di un sistema che presenta dei profili di vulnerabilità ad un eventuale errore umano anche se al momento non è dato sapere cosa abbia effettivamente causato la tragedia di stamane.